di Francesco Manetti
Parliamo ora in due parole delle slot machine, le macchinette volgarmente dette "mangiasoldi" sulle quali si stanno da anni accanendo un po' tutti: stampa, Chiesa, scuola, etc. Lo Stato un po' meno...
Antiche slot machine americane. Notare la terza: è come fare a braccio-di-ferro con Chuck Norris! |
Nascoste negli anfratti dei bar, spesso nel retrobottega, fra casse di birre e porte dei cessi, sono frequentatissime da giocatori compulsivi che non si stancano mai di masturbarne l'attributo.
Giocando paradossalmente 30.000 partite di fila da un Euro ciascuna, tale giocatore avrà la probabilità di tornare a casa con 22.500 Euro.
Il segreto per non svenarsi, se proprio si preferisce investire in tal maniera il proprio valsente (personalmente mi ricordo di aver giocato una volta 5 franchi 20 anni fa a Montecarlo e un'altra volta mezzo dollaro 25 anni fa a Las Vegas), è di bruciare un Euro ogni tanto (magari quando capita di andare a prendere un caffè), affidandosi esclusivamente al caso.
Se invece pensate di continuare a giocare finché non avete fatto almeno pari, occorre sapere - come accennavo sopra - che tali marchingegni sono tarati, ope legis, per una percentuale di rimborso del 75% su cicli di 28mila/30mila partite.
Slot machine illegali sequestrate dai Carabinieri. |
Un bel caso edificante è quello raccontato di recente dall'Unione Sarda del 21 ottobre 2012:
Gioca alle slot machine il sussidio di
indigenza assegnato dal Comune, ma perde e minaccia di suicidarsi. La
polizia è dovuta intervenire venerdì sera in un quartiere di Cagliari, a
Is Mirrionis, per calmare una donna di 62 anni che minacciava di
suicidarsi. Secondo quando accertato dagli agenti della squadra Volante
in mattinata avrebbe incassato il sussidio di 350 euro datole dal Comune
di Cagliari perché indigente. Ma poco dopo è entrata in una rivendita
di tabacchi, iniziando a giocare alle slot machine. In poco tempo
avrebbe sperperato tutto il denaro senza ottenere alcuna vincita. Persa
anche l'ultima moneta da due euro, la donna ha dapprima iniziato a
discutere con il titolare della tabaccheria, incolpandolo della mancata
vincita, poi ha minacciato di togliersi la vita, tagliandosi le vene se
non avesse ottenuto la restituzione dei 350 euro. "Gioco dalla mattina e
non è possibile che la macchinetta non mi abbia dato nessuna vincita",
ha urlato la donna. Il titolare della tabaccheria ha subito chiamato il
113 nel negozio sono arrivati gli agenti che sono riusciti a calmare la
donna la quale ha detto loro anche di essere libera di utilizzare il
denaro come voleva lei.
Francesco Manetti
bello
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