di Francesco Manetti
"LA VOCE DELLA FOGNA" E I SUOI FUMETTI - nn. 11/15 - 1976/1977
Per nove anni, fra il dicembre del 1974 e il novembre del 1983, venne pubblicata a Firenze da Marco Tarchi una fanzine politico-goliardica che fu provocatoriamente battezzata “La Voce della Fogna – giornale differente”, con l'ovvio riferimento polemico allo slogan antagonista che andava di moda allora e che recitava - cantilenato nelle piazze e nei cortei o stampato su manifesti, cartelli e tazebao - Fascisti, carogne, tornate nelle fogne. In tutto uscirono 31 numeri in bianco-e-nero, spillati e con foliazione varia, dove gli interventi seri di riflessione ideologica (che facevano riferimento alla corrente europea della Nuova Destra) si alternavano a recensioni librarie, cinematografiche, televisive e musicali, alle rassegne-stampa, a racconti allegorici sulla situazione sociale italiana, a tanta satira di costume e politica.
Le due ristampe complete della serie "La Voce della Fogna". Sopra: edizione del 1991. Sotto: edizione del 2019 |
Sul giornale “La Voce della Fogna” è stato scritto tanto; alcune copie (o la loro riproduzione scenica) appaiono persino in una sequenza del film Sangue sparso (Emma Moriconi, 2014), che racconta la strage di Acca Larentia (gennaio 1978) vista da destra; lo stesso ideatore è ritornato più volte sull'argomento, in interviste, filmati e soprattutto nelle introduzioni e nelle note alle due ristampe complete della serie – la prima uscita nel 1991 (copertina rossa) e la seconda datata 2019 (copertina nera); l'omnibus del 2019 è quello su cui ci siamo basati per stilare la nostra "cronologia ragionata" in sei puntate (questa è la terza) e per trarre parte delle illustrazioni del corredo iconografico (qui usate con l'unico intento di documentare visivamente e far meglio comprendere le nostre parole); una “cronologia ragionata” che si occupa però quasi esclusivamente dell'aspetto fumettistico del mensile, quello che a noi compete; sul foglio fiorentino il testo scritto, il “piombo”, lasciava infatti spesso il campo al fumetto e alla vignetta (o alla striscia) umoristica di stampo “classico”.
n. 11 – ottobre 1976 (Dal nostro inviato speciale a Seveso: Non è peggio del comunismo!)
Torna in copertina il nume fumettistico tutelare della rivista, il francese Jack Marchal, con il suo Topo Nero che passeggia con tanto di maschera antigas nel panorama devastato di Seveso; il riferimento è alla nube di diossina che il 10 luglio 1976 si sprigionò dall'azienda chimica ICMESA, colpì in special modo il comune brianzolo, non risparmiando i vicini abitati; i letali miasmi, che negli anni avrebbero provocato numerosi lutti nell'area, non furono però, secondo il Ratto, peggiori del comunismo.
Ecco poi la decima puntata della serie "Le eroiche imprese di Re Pubica, sovrano democratico e molto costituzionale", scritta e disegnata dal Gamotta, ovvero Gilberto Oneto; come ennesima "arma democratica" viene assunto per un'opera di infiltrazione nel Regno reazionario di Borgosano l'ammiraglio Persano Borioselli. Il nome, il fatto che è massone e il motivetto che appare quando entra nella sala del trono ("Lissa - Taranto - Matapan... che paura che ci fan") farebbe pensare per il borioso personaggio a una sorta di misto fra l'ammiraglio Carlo Pellion di Persano, che fu responsabile della disastrosa Battaglia di Lissa del 1866, l'ammiraglio Angelo Iachino responsabile della sconfitta subita con la Battaglia di Capo Matapan del 1941 e - soprattutto - l'ammiraglio Gino Birindelli (1911 - 2008), che fallì un'azione a Gibilterra nel 1940 e fu fatto prigioniero dagli inglesi. Birindelli fu comandante della V Squadriglia MAS; eroe pluridecorato di guerra, quando nel 1943 fu liberato non aderì alla RSI ma alla parte badogliana dell'Italia; nel Dopoguerra continuò la carriera militare e fu per breve tempo deputato e presidente del MSI; nel 1976 fu tra i fondatori di Democrazia Nazionale; aderì alla Loggia P2 (anche se in un'intervista del 2005 sminuì la portata del fatto); nel 1984 scrisse una violentissima lettera ad Almirante che fu pubblicata nel 1999 da "Il Foglio" (ciò gli valse una querela da parte di Donna Assunta). Qui viene dipinto come un massone e un perdente, che infatti viene subito ridotto a più miti consiglio quando si presenta baldanzoso al confine con Borgosano dal caporale Cameratini.
L'ammiraglio Birindelli |
Dopo "Re Pubica" appaiono sei copertine "alternative" della rivista, che si vuole "rifiutate dal direttore"; non sono firmate, piccolissime come sono, ma la scritta "Made in France (...e si vede!)" rimanda a Jack Marchal. La prima è dedicata a Mao Tse Tung, morto nel settembre 1976, che "fino all'ultimo respiro pensava", ma in realtà emetteva rumorosi peti da una faccia come il c... . Abbiamo poi una cover dedicata ai giochi olimpici del 1976 che si tennero a Montreal in Canada: fu una delle edizioni più boicottate di tutti i tempi; la Cina non partecipava da decenni per questioni politiche e anche Taiwan si astenne, perché non le venne riconosciuto lo status di unica repubblica cinese; quasi tutta l'Africa si astenne dai giochi per protesta contro la Nuova Zelanda perché la sua squadra nazionale di rugby era andata a gareggiare in Sud Africa, paese che da anni non poteva partecipare a manifestazioni sportive internazionali a causa dell'apartheid; in realtà sulla copertina non si parla del Canada, ma degli USA, sede delle "olimpiadi della stupidità"; sul podio al terzo gradino c'è Jimmy Carter (candidato democratico alle presidenziali del 1976, fu Presidente degli Stati Uniti dal 1977 al 1981 e nel 2020 è diventato l'ex-presidente più anziano ancora in vita), sul secondo gradino c'è Gerald Ford (presidente degli USA dal 1974 al 1977, diventato tale in seguito alle dimissioni di Nixon del quale era il vice, diventato tale in seguito alle dimissioni del precedente vice di Nixon, Spiro Agnew), e sul primo gradino c'è il CEO della Lockheed, la fabbrica di aerei che "comprò il governo italiano" (come recita il balloon) per piazzare i suoi apparecchi militari; furono coinvolti quasi tutti i capi democristi di allora.
La terza falsa copertina è dedicata al Partito Socialdemocratico Svedese di Palme che, pur risultando vincente alle elezioni politiche del 1976, andò all'opposizione per la prima volta dopo 44 anni, dovendo lasciare il posto a una coalizione centrista "moderata". Protagonisti della quarta copertina sono Paolo VI e Monsignor Marcel Lefèbvre; il primo, Giovanni Montini, era Papa dal 1963 (e lo sarebbe rimasto fino al 1978, l'anno dei tre papi); il secondo personaggio, arcivescovo francese tradizionalista, si era opposto alle novità del Concilio Vaticano II, e si oppose alle gerarchie ecclesiastiche romane; nel 1976 Paolo VI lo sospese "a divinis", ovvero non poteva più celebrare messa, transustanziare le ostie, etc.; in latino, nella vignetta, Lefebvre apostrofa con pesantissimi epiteti ("cretino, figlio di puttana e imbecille") il papa (che però non capisce il latino); il latino era la lingua delle messe tradizionali, anche di quelle lefebvriane. Sulla quinta copertina appare il Friuli; nel 1976, a maggio e a settembre, due terremoti devastarono la ragione, causando enormi danni alle strutture e circa 1.000 morti; la colpa è però della "bestia nazifascista". Sulla sesta e ultima copertina scartata ci sono due fiaschi con i quali ubriacarsi per i grandi e felici avvenimenti; il primo fiasco è stato scolato per festeggiare la morte di Mao (settembre 1976); il secondo è ancora pieno e aspetta la morte del boia jugoslavo Tito (che sarebbe morto nel 1980).
Enrico Tomaselli, lasciata da parte la sua striscia su poliziotti, infiltrati e contestatori neofascisti, propone le prime due tavole del suo fumetto fantascientifico Viaggio nel nulla (realizzato nel 1973); siamo nel futuro; l'Apollo 30 parte da Cape Kennedy con un unico astronauta, contento di poter lasciare finalmente quel "mondo schifoso"; in realtà le missioni Apollo, tra fallite e coronate dal successo, furono 17, l'ultima delle quali volò alla fine del 1972; quando Tomaselli scrisse e disegnò la sua storia nel 1973 non poteva sapere che le tre successive missioni (la 18, 19 e 20) erano già state cancellate nel 1970; ottima comunque la realizzazione grafica, stile fumetto underground americano anni '60/'70; l'atmosfera pare rimandare al soggetto della celeberrima canzone Space Oddity registrata da David Bowie nel 1969.
L'evocativa "splash page" di "Viaggio nel nulla" di Tomaselli |
Il finale della saga del Ratto Nero di Marchal |
Chiude la parte fumettistica del numero la decima e ultima puntata della saga di Marchal "Sarà capitato anche voi", incentrata sulle gesta del Ratto Nero, mascotte della testata; i camerati, tutti visualizzati dal disegnatore come indistinti "topi di fogna". si trasformano in personaggi variati e individualizzati, ma non è ancora giunto il momento di prendere il potere: qualcuno finisce in galera e qualcun altro... sotto le coperte!
n. 12 – gennaio 1977 (Il sogno proibito del demonazionale)
Copertina non firmata molto fumettistica. Quella sorta di "duce" che vi appare è Ernesto de Marzio (1910 - 1995), ritratto con efficace caricatura; alto esponente del MSI, ne fuoriuscì insieme ad altri nel dicembre del 1976 per fondare un nuovo partito politico, Democrazia Nazionale, conservatore e meno legato alle origini fasciste; il partito spaccò il MSI praticamente in due, ma non sopravvisse alle elezioni politiche del 1979, dove raccolse percentuali di voto da prefisso telefonico; si sciolse nel dicembre del 1979, tre anni dopo la sua nascita. Ma, secondo il copertinista, il cuore dei demonazionali rimane sempre nero; la camicia nera sul petto del personaggio reca la sigla ONB (Opera Nazionale Balilla, l'istituto di organizzazione e di assistenza per la gioventù nato nel 1926); il cranio è "lucido e lucente" come quello di Mussolini; la cravatta è griffata con la "M" di Mussolini; su comodino c'è un fiasco di acqua del Piave, in memoria degli Arditi; sotto il letto c'è l'Opera Omnia di Mussolini (in brossura); un cartello indica Bir-El-Gobi, in Libia, teatro di una vittoria italiana contro gli Inglesi alla fine del 1941; un altro cartello rimanda alla AOI, ovvero all'Africa Orientale Italiana.
"La voce della fogna" n. 12, gennaio 1977 |
Da sx a dx: Ernesto de Marzio, Alfredo Covelli e Giorgio Almirante nel 1972 |
Dopo le consuete rubriche ecco una gustosissima puntata di "Scene di caccia" ("Scènes de chasse"), la serie realizzata da Frantz per la rivista francese "Alternative"; al centro della narrazione ci sono gli scontri razziali, il problema del multiculturalismo e dell'immigrazione; è la Francia della seconda metà degli anni Settanta, ma potrebbe essere l'Italia di venti, trenta, quaranta, cinquanta anni dopo; una giovane studentessa universitaria radicale di sinistra, dopo aver sostenuto "un'esposizione sulle basi sociologiche ed economiche del razzismo nei regimi capitalistici" viene rapita e violentata da due immigrati africani; nonostante ciò considera il fatto "miseria sessuale organizzata dal capitalismo, modelli di comportamento fallocratico imposti dalla ideologia borghese"; secondo la giovane i violentatori sono vittime; cambia idea quando la violentano una seconda volta e quando minacciano di farla violentare da altri dieci "fratelli"; la ragazza incendia la baracca dei due criminali e fugge, diventando tutto d'un tratto razzista!
Chiude il numero la seconda puntata del "Viaggio nel nulla" di Tomaselli: l'astronauta si allontana volontariamente dalla rotta programmata dalla NASA per la sua missione: "ne ho piene le scatole della vostra società! Basta con la guerra, il razzismo, l'odio! Sono stufo di sentir dire che il pericolo n° 1 è il comunismo, che i Russi sono nostri nemici!... Sono come noi, sono nostri amici!... Il nemico è il Presidente che vuole farceli odiare!... È per questo che do addio al mondo!"
n. 13 – aprile 1977 (Angoscia nella pubblica opinione)
La copertina non è firmata ma è verosimilmente di Jack Marchal. L'italiano-medio si rifugia nell'eroina in vena perché angosciato da vari fatti politici. Innanzitutto il "casino nel PDUP": il Partito Di Unità Proletaria ("per il comunismo") fu partorito nel 1972; nel 1977 era già in profonda crisi a causa della nascita nel 1976 di Democrazia Proletaria. Poi l'abbandono di Armando Plebe (1927 - 2017), che nel 1977 lasciò il MSI per Democrazia Nazionale. C'è poi un riferimento ai difficili rapporti fra l'India e il governo tibetano in esilio. L'accenno all'innocenza di Mariano Rumor (1915 - 1990) è legato al caso Lockheed, ovvero la corruzione di politici italiani da parte della nota azienda aereonautica americana per l'acquisto degli Hercules C-130; Rumor, insieme a Leone, fu il maggior sospettato di essere Antilope Cobbler, ovvero il referente corrotto della Lockheed in Italia; fu scagionato dalle commissioni d'inchiesta nel 1977. Il siciliano Giorgio La Pira fu sindaco di Firenze due volte, negli anni '50 e '60; si distinse per il suo pacifismo e terzomondismo; nato nel 1904, quando uscì il n. 13 della fiorentina "Voce della fogna" era in fin di vita (sarebbe morto nel novembre successivo). Nel fumetto più piccolo si parla della tragedia più grave: 23 anni senza De Gasperi (1881 - 1954).
Ecco poi la terza e ultima parte di "Viaggio nel nulla", fumetto fantascientifico e fantapolitico di Tomaselli lungo appena 6 tavole: l'Apollo 30, che aveva lasciato la sua rotta originaria con a bordo un astronauta contestatario e pacifista, viene abbattuto da tre missili sovietici K75 (nome di fantasia).
L'ospite d'onore della 11a puntata delle "Eroiche imprese di Re Pubica Sovrano democratico e molto costituzionale" è ancora una volta l'Ammiraglio Borioselli, capo dei Destri Democratici; si tratta, come sappiamo, di Gino Birindelli.
Tomaselli riappare nell'ultima pagina con la sua vecchia striscia sugli agenti segreti: l'ultima volta l'avevamo letta sul n. 10 del giugno 1976.
n. 14 – giugno 1977 (Due uomini su tre muoiono di fame!)
La copertina di Jack Marchal ironizza sulla fame nel mondo: se due terzi dell'umanità muore di fame, il pastasciuttaro raffigurato se ne frega perché appartiene al terzo con la pancia piena!
Tiene alta la bandiera del fumetto sul n. 14 solo il Gamotta che "fa le pulci alla Storia Patria", con la prima parte del suo spassoso racconto grafico intitolato "A ruota libera su Gary Baldi". L'Eroe dei Due Mondi, uno dei padri dell'Italia moderna, colui che ha praticamente visitato tutte le case dello Stivale, a leggere le tante lapidi che gli sono state dedicate, viene impietosamente sbertucciato dall'artista, a partire dalla data di nascita (il 4 luglio, la stessa dell'indipendenza americana). Viene fuori che Garibaldi non era nient'altro che: un figlio di ragazza madre (ovvero di prostituta), uno scemo con un "beretin de stupid" (che gli aveva dato un ragazzo d'albergo), un onanista impenitente (e il suo poncho serviva a coprire certi atti di auto-soddisfazione sessuale), un razziatore, un comunista ante-litteram, un massone per influenza mazziniana, un collezionista di insuccessi militari, dalla Repubblica Romana, alla Prima Guerra d'Indipendenza, alle lotte in America del Sud... Nell'ultima vignetta della prima parte Gary Baldi si prepara alla sua impresa più celebre e celebrata, la spedizione dei Mille (e c'è anche l'Ammiraglio Birindelli di Pistoia, uno dei bersagli preferiti del Gamotta in questo 1977, personaggio che avevamo già incontrato, sotto le mentite spoglie di Borioselli, in "Re Pubica" sui nn. 11 e 13).
n. 15 - ottobre 1977 (Finite le vacanze)
Altra copertina di Marchal, con un gruppo di valigie che prendono il volo finita l'estate. Su una di esse c'è scritto "Kappler Reisebüro" ("Agenzia di viaggi Kappler"); il riferimento è all'SS-Obersturmbannführer Herbert Kappler e alla rocambolesca fuga dal Celio, dove era ricoverato da prigioniero per un grave tumore, organizzata dalla moglie il 15 agosto 1977 che infilò il marito (smagrito dalla malattia) in una grossa valigia e lo calò dalla finestra, per poi trascinarlo fino alla sua auto e portarlo in Germania, dove sarebbe morto 6 mesi dopo.
Una simpatica vignetta di Marchal appare come corredo iconografico della rubrica "Rockologia" da lui stesso curata: un musicista pop contemporaneo suona la chitarra con la falce e il martello e più che cantare emette suoni, rutti e peti.
Subito dopo arriva la seconda e ultima parte di "A ruota libera su Gary Baldi" del Gamotta. Il Nostro è impegnato nella spedizione dei Mille, che in realtà risulta vittoriosa perché tutti gli eserciti stranieri che occupavano il sud si ritirano inspiegabilmente per far passare l'armata garibaldina. "E fu così che il Meridione venne liberato dal regime feudale che lo opprimeva e iniziato a tutte le delizie della democrazia: le tasse, la sifilide, le elezioni, la leva obbligatoria, Agnelli, l'ateismo, l'urbanizzazione, l'industrializzazione, ecc. ecc." Particolarmente feroce il ritratto di Nino Bixio, "che bombardava i villaggi (meglio se indifesi), impiccava preti, si fotteva la nipote, bestemmiava, aveva guai con la giustizia per peculato e non scannava aviatori solo perché era il Primo Risorgimento e di aviatori non ce ne erano" (il riferimento è al massacro di Kindu, avvenuto nel 1961). L'Italia che onora ancora Garibaldi appare nell'ultimo, gigantesco vignettone: prostitute, abortisti, immigrati, rapitori, rapinatori, terroristi, sindacalisti, magistrati democratici, banchieri, usurai, drogati, giornalisti democratici, etc. etc.
"Scene di caccia" di Frantz, fumetto di derivazione francese, occupa ben tre pagine del n. 15 (che ha una foliazione leggermente aumentata). Nel fumetto due intellettuali tedeschi di sinistra si lamentano che la classe operaia non è più rivoluzionaria e vanno in cerca di emarginati, maniaci sessuali, drogati, vagabondi e veri proletari. E chi incontrano? Horst Wessel (martire della causa nazionalsocialista e autore della canzone "Die Fahne Hoch" che divenne l'inno ufficiale del NSDAP e poi del Terzo Reich), Reinhardt Heydrich (al comando del Protettorato di Boemia e Moravia), Hermann Göring (capo della Luftwaffe e uno dei massimi esponenti del Terzo Reich), Benito Mussolini (quando faceva il muratore in Svizzera) e Adolf Hitler (durante gli anni austriaci da bohemien).
Mussolini e Hitler non più proletari a Firenze nel 1938 |
Francesco Manetti
Nessun commento:
Posta un commento
Chiunque può inserire commenti. Si prega però di mantenere un certo contegno e di firmare per esteso. Commenti non idonei verranno subito cestinati.
Francesco Manetti