venerdì 22 gennaio 2021

I FUMETTI DELLA FOGNA - 3a PARTE (1976/1977)

di Francesco Manetti


"LA VOCE DELLA FOGNA" E I SUOI FUMETTI - nn. 11/15 - 1976/1977


Per nove anni, fra il dicembre del 1974 e il novembre del 1983, venne pubblicata a Firenze da Marco Tarchi una fanzine politico-goliardica che fu provocatoriamente battezzata “La Voce della Fogna – giornale differente”, con l'ovvio riferimento polemico allo slogan antagonista che andava di moda allora e che recitava - cantilenato nelle piazze e nei cortei o stampato su manifesti, cartelli e tazebao - Fascisti, carogne, tornate nelle fogne. In tutto uscirono 31 numeri in bianco-e-nero, spillati e con foliazione varia, dove gli interventi seri di riflessione ideologica (che facevano riferimento alla corrente europea della Nuova Destra) si alternavano a recensioni librarie, cinematografiche, televisive e musicali, alle rassegne-stampa, a racconti allegorici sulla situazione sociale italiana, a tanta satira di costume e politica.



Le due ristampe complete della serie "La Voce della Fogna". Sopra: edizione del 1991. Sotto: edizione del 2019



Sul giornale “La Voce della Fogna” è stato scritto tanto; alcune copie (o la loro riproduzione scenica) appaiono persino in una sequenza del film Sangue sparso (Emma Moriconi, 2014), che racconta la strage di Acca Larentia (gennaio 1978) vista da destra; lo stesso ideatore è ritornato più volte sull'argomento, in interviste, filmati e soprattutto nelle introduzioni e nelle note alle due ristampe complete della serie – la prima uscita nel 1991 (copertina rossa) e la seconda datata 2019 (copertina nera); l'omnibus del 2019 è quello su cui ci siamo basati per stilare la nostra "cronologia ragionata" in sei puntate (questa è la terza) e per trarre parte delle illustrazioni del corredo iconografico (qui usate con l'unico intento di documentare visivamente e far meglio comprendere le nostre parole); una “cronologia ragionata” che si occupa però quasi esclusivamente dell'aspetto fumettistico del mensile, quello che a noi compete; sul foglio fiorentino il testo scritto, il “piombo”, lasciava infatti spesso il campo al fumetto e alla vignetta (o alla striscia) umoristica di stampo “classico”.


n. 11 – ottobre 1976 (Dal nostro inviato speciale a Seveso: Non è peggio del comunismo!)

Torna in copertina il nume fumettistico tutelare della rivista, il francese Jack Marchal, con il suo Topo Nero che passeggia con tanto di maschera antigas nel panorama devastato di Seveso; il riferimento è alla nube di diossina che il 10 luglio 1976 si sprigionò dall'azienda chimica ICMESA, colpì in special modo il comune brianzolo, non risparmiando i vicini abitati; i letali miasmi, che negli anni avrebbero provocato numerosi lutti nell'area, non furono però, secondo il Ratto, peggiori del comunismo.


Copertina del n. 11, ottobre 1976. Disegno di Marchal


Ecco poi la decima puntata della serie "Le eroiche imprese di Re Pubica, sovrano democratico e molto costituzionale", scritta e disegnata dal Gamotta, ovvero Gilberto Oneto; come ennesima "arma democratica" viene assunto per un'opera di infiltrazione nel Regno reazionario di Borgosano l'ammiraglio Persano Borioselli. Il nome, il fatto che è massone e il motivetto che appare quando entra nella sala del trono ("Lissa - Taranto - Matapan... che paura che ci fan") farebbe pensare per il borioso personaggio a una sorta di misto fra l'ammiraglio Carlo Pellion di Persano, che fu responsabile della disastrosa Battaglia di Lissa del 1866, l'ammiraglio Angelo Iachino responsabile della sconfitta subita con la Battaglia di Capo Matapan del 1941 e - soprattutto - l'ammiraglio Gino Birindelli (1911 - 2008), che fallì un'azione a Gibilterra nel 1940 e fu fatto prigioniero dagli inglesi. Birindelli fu comandante della V Squadriglia MAS; eroe pluridecorato di guerra, quando nel 1943 fu liberato non aderì alla RSI ma alla parte badogliana dell'Italia; nel Dopoguerra continuò la carriera militare e fu per breve tempo deputato e presidente del MSI; nel 1976 fu tra i fondatori di Democrazia Nazionale; aderì alla Loggia P2 (anche se in un'intervista del 2005 sminuì la portata del fatto); nel 1984 scrisse una violentissima lettera ad Almirante che fu pubblicata nel 1999 da "Il Foglio" (ciò gli valse una querela da parte di Donna Assunta). Qui viene dipinto come un massone e un perdente, che infatti viene subito ridotto a più miti consiglio quando si presenta baldanzoso al confine con Borgosano dal caporale Cameratini.


L'ammiraglio Persano Borioselli, secondo il Gamotta



L'ammiraglio Persano

L'Ammiraglio Iachino



L'ammiraglio Birindelli


Dopo "Re Pubica" appaiono sei copertine "alternative" della rivista, che si vuole "rifiutate dal direttore"; non sono firmate, piccolissime come sono, ma la scritta "Made in France (...e si vede!)" rimanda a Jack Marchal. La prima è dedicata a Mao Tse Tung, morto nel settembre 1976, che "fino all'ultimo respiro pensava", ma in realtà emetteva rumorosi peti da una faccia come il c... . Abbiamo poi una cover dedicata ai giochi olimpici del 1976 che si tennero a Montreal in Canada: fu una delle edizioni più boicottate di tutti i tempi; la Cina non partecipava da decenni per questioni politiche e anche Taiwan si astenne, perché non le venne riconosciuto lo status di unica repubblica cinese; quasi tutta l'Africa si astenne dai giochi per protesta contro la Nuova Zelanda perché la sua squadra nazionale di rugby era andata a gareggiare in Sud Africa, paese che da anni non poteva partecipare a manifestazioni sportive internazionali a causa dell'apartheid; in realtà sulla copertina non si parla del Canada, ma degli USA, sede delle "olimpiadi della stupidità"; sul podio al terzo gradino c'è Jimmy Carter (candidato democratico alle presidenziali del 1976, fu Presidente degli Stati Uniti dal 1977 al 1981 e nel 2020 è diventato l'ex-presidente più anziano ancora in vita), sul secondo gradino c'è Gerald Ford (presidente degli USA dal 1974 al 1977, diventato tale in seguito alle dimissioni di Nixon del quale era il vice, diventato tale in seguito alle dimissioni del precedente vice di Nixon, Spiro Agnew), e sul primo gradino c'è il CEO della Lockheed, la fabbrica di aerei che "comprò il governo italiano" (come recita il balloon) per piazzare i suoi apparecchi militari; furono coinvolti quasi tutti i capi democristi di allora.


Settembre 1976: la salma di Mao esposta avvolta nella bandiera rossa


Lefebvre e Paolo VI



La terza falsa copertina è dedicata al Partito Socialdemocratico Svedese di Palme che, pur risultando vincente alle elezioni politiche del 1976, andò all'opposizione per la prima volta dopo 44 anni, dovendo lasciare il posto a una coalizione centrista "moderata". Protagonisti della quarta copertina sono Paolo VI e Monsignor Marcel Lefèbvre; il primo, Giovanni Montini, era Papa dal 1963 (e lo sarebbe rimasto fino al 1978, l'anno dei tre papi); il secondo personaggio, arcivescovo francese tradizionalista, si era opposto alle novità del Concilio Vaticano II, e si oppose alle gerarchie ecclesiastiche romane; nel 1976 Paolo VI lo sospese "a divinis", ovvero non poteva più celebrare messa, transustanziare le ostie, etc.; in latino, nella vignetta, Lefebvre apostrofa con pesantissimi epiteti ("cretino, figlio di puttana e imbecille") il papa (che però non capisce il latino); il latino era la lingua delle messe tradizionali, anche di quelle lefebvriane. Sulla quinta copertina appare il Friuli; nel 1976, a maggio e a settembre, due terremoti devastarono la ragione, causando enormi danni alle strutture e circa 1.000 morti; la colpa è però della "bestia nazifascista". Sulla sesta e ultima copertina scartata ci sono due fiaschi con i quali ubriacarsi per i grandi e felici avvenimenti; il primo fiasco è stato scolato per festeggiare la morte di Mao (settembre 1976); il secondo è ancora pieno e aspetta la morte del boia jugoslavo Tito (che sarebbe morto nel 1980).


Le sei copertine "rifiutate" (disegno di Marchal)



Enrico Tomaselli, lasciata da parte la sua striscia su poliziotti, infiltrati e contestatori neofascisti, propone le prime due tavole del suo fumetto fantascientifico Viaggio nel nulla (realizzato nel 1973); siamo nel futuro; l'Apollo 30 parte da Cape Kennedy con un unico astronauta, contento di poter lasciare finalmente quel "mondo schifoso"; in realtà le missioni Apollo, tra fallite e coronate dal successo, furono 17, l'ultima delle quali volò alla fine del 1972; quando Tomaselli scrisse e disegnò la sua storia nel 1973 non poteva sapere che le tre successive missioni (la 18, 19 e 20) erano già state cancellate nel 1970; ottima comunque la realizzazione grafica, stile fumetto underground americano anni '60/'70; l'atmosfera pare rimandare al soggetto della celeberrima canzone Space Oddity registrata da David Bowie nel 1969.

L'evocativa "splash page" di "Viaggio nel nulla" di Tomaselli

Il finale della saga del Ratto Nero di Marchal



Chiude la parte fumettistica del numero la decima e ultima puntata della saga di Marchal "Sarà capitato anche voi", incentrata sulle gesta del Ratto Nero, mascotte della testata; i camerati, tutti visualizzati dal disegnatore come indistinti "topi di fogna". si trasformano in personaggi variati e individualizzati, ma non è ancora giunto il momento di prendere il potere: qualcuno finisce in galera e qualcun altro... sotto le coperte!


n. 12 – gennaio 1977 (Il sogno proibito del demonazionale)

Copertina non firmata molto fumettistica. Quella sorta di "duce" che vi appare è Ernesto de Marzio (1910 - 1995), ritratto con efficace caricatura; alto esponente del MSI, ne fuoriuscì insieme ad altri nel dicembre del 1976 per fondare un nuovo partito politico, Democrazia Nazionale, conservatore e meno legato alle origini fasciste; il partito spaccò il MSI praticamente in due, ma non sopravvisse alle elezioni politiche del 1979, dove raccolse percentuali di voto da prefisso telefonico; si sciolse nel dicembre del 1979, tre anni dopo la sua nascita. Ma, secondo il copertinista, il cuore dei demonazionali rimane sempre nero; la camicia nera sul petto del personaggio reca la sigla ONB (Opera Nazionale Balilla, l'istituto di organizzazione e di assistenza per la gioventù nato nel 1926); il cranio è "lucido e lucente" come quello di Mussolini; la cravatta è griffata con la "M" di Mussolini; su comodino c'è un fiasco di acqua del Piave, in memoria degli Arditi; sotto il letto c'è l'Opera Omnia di Mussolini (in brossura); un cartello indica Bir-El-Gobi, in Libia, teatro di una vittoria italiana contro gli Inglesi alla fine del 1941; un altro cartello rimanda alla AOI, ovvero all'Africa Orientale Italiana.


"La voce della fogna" n. 12, gennaio 1977

Da sx a dx: Ernesto de Marzio, Alfredo Covelli e Giorgio Almirante nel 1972



Dopo le consuete rubriche ecco una gustosissima puntata di "Scene di caccia" ("Scènes de chasse"), la serie realizzata da Frantz per la rivista francese "Alternative"; al centro della narrazione ci sono gli scontri razziali, il problema del multiculturalismo e dell'immigrazione; è la Francia della seconda metà degli anni Settanta, ma potrebbe essere l'Italia di venti, trenta, quaranta, cinquanta anni dopo; una giovane studentessa universitaria radicale di sinistra, dopo aver sostenuto "un'esposizione sulle basi sociologiche ed economiche del razzismo nei regimi capitalistici" viene rapita e violentata da due immigrati africani; nonostante ciò considera il fatto "miseria sessuale organizzata dal capitalismo, modelli di comportamento fallocratico imposti dalla ideologia borghese"; secondo la giovane i violentatori sono vittime; cambia idea quando la violentano una seconda volta e quando minacciano di farla violentare da altri dieci "fratelli"; la ragazza incendia la baracca dei due criminali e fugge, diventando tutto d'un tratto razzista!



La questione immigrati: il 1977 pare il 2021!



Chiude il numero la seconda puntata del "Viaggio nel nulla" di Tomaselli: l'astronauta si allontana volontariamente dalla rotta programmata dalla NASA per la sua missione: "ne ho piene le scatole della vostra società! Basta con la guerra, il razzismo, l'odio! Sono stufo di sentir dire che il pericolo n° 1 è il comunismo, che i Russi sono nostri nemici!... Sono come noi, sono nostri amici!... Il nemico è il Presidente che vuole farceli odiare!... È per questo che do addio al mondo!"


n. 13 – aprile 1977 (Angoscia nella pubblica opinione)

La copertina non è firmata ma è verosimilmente di Jack Marchal. L'italiano-medio si rifugia nell'eroina in vena perché angosciato da vari fatti politici. Innanzitutto il "casino nel PDUP": il Partito Di Unità Proletaria ("per il comunismo") fu partorito nel 1972; nel 1977 era già in profonda crisi a causa della nascita nel 1976 di Democrazia Proletaria. Poi l'abbandono di Armando Plebe (1927 - 2017), che nel 1977 lasciò il MSI per Democrazia Nazionale. C'è poi un riferimento ai difficili rapporti fra l'India e il governo tibetano in esilio. L'accenno all'innocenza di Mariano Rumor (1915 - 1990) è legato al caso Lockheed, ovvero la corruzione di politici italiani da parte della nota azienda aereonautica americana per l'acquisto degli Hercules C-130; Rumor, insieme a Leone, fu il maggior sospettato di essere Antilope Cobbler, ovvero il referente corrotto della Lockheed in Italia; fu scagionato dalle commissioni d'inchiesta nel 1977. Il siciliano Giorgio La Pira fu sindaco di Firenze due volte, negli anni '50 e '60; si distinse per il suo pacifismo e terzomondismo; nato nel 1904, quando uscì il n. 13 della fiorentina "Voce della fogna" era in fin di vita (sarebbe morto nel novembre successivo). Nel fumetto più piccolo si parla della tragedia più grave: 23 anni senza De Gasperi (1881 - 1954).


Mariano Rumor (anni '60)



"La voce della fogna" n. 13, aprile 1977. Disegno di Marchal



Ecco poi la terza e ultima parte di "Viaggio nel nulla", fumetto fantascientifico e fantapolitico di Tomaselli lungo appena 6 tavole: l'Apollo 30, che aveva lasciato la sua rotta originaria con a bordo un astronauta contestatario e pacifista, viene abbattuto da tre missili sovietici K75 (nome di fantasia).
L'ospite d'onore della 11a puntata delle "Eroiche imprese di Re Pubica Sovrano democratico e molto costituzionale" è ancora una volta l'Ammiraglio Borioselli, capo dei Destri Democratici; si tratta, come sappiamo, di Gino Birindelli.
Tomaselli riappare nell'ultima pagina con la sua vecchia striscia sugli agenti segreti: l'ultima volta l'avevamo letta sul n. 10 del giugno 1976.


n. 14 – giugno 1977 (Due uomini su tre muoiono di fame!)

La copertina di Jack Marchal ironizza sulla fame nel mondo: se due terzi dell'umanità muore di fame, il pastasciuttaro raffigurato se ne frega perché appartiene al terzo con la pancia piena!

"La voce della fogna" n. 14, giugno 1977. Disegno di Marchal



Tiene alta la bandiera del fumetto sul n. 14 solo il Gamotta che "fa le pulci alla Storia Patria", con la prima parte del suo spassoso racconto grafico intitolato "A ruota libera su Gary Baldi". L'Eroe dei Due Mondi, uno dei padri dell'Italia moderna, colui che ha praticamente visitato tutte le case dello Stivale, a leggere le tante lapidi che gli sono state dedicate, viene impietosamente sbertucciato dall'artista, a partire dalla data di nascita (il 4 luglio, la stessa dell'indipendenza americana). Viene fuori che Garibaldi non era nient'altro che: un figlio di ragazza madre (ovvero di prostituta), uno scemo con un "beretin de stupid" (che gli aveva dato un ragazzo d'albergo), un onanista impenitente (e il suo poncho serviva a coprire certi atti di auto-soddisfazione sessuale), un razziatore, un comunista ante-litteram, un massone per influenza mazziniana, un collezionista di insuccessi militari, dalla Repubblica Romana, alla Prima Guerra d'Indipendenza, alle lotte in America del Sud... Nell'ultima vignetta della prima parte Gary Baldi si prepara alla sua impresa più celebre e celebrata, la spedizione dei Mille (e c'è anche l'Ammiraglio Birindelli di Pistoia, uno dei bersagli preferiti del Gamotta in questo 1977, personaggio che avevamo già incontrato, sotto le mentite spoglie di Borioselli, in "Re Pubica" sui nn. 11 e 13).


Il crollo di un mito italico: il Gary Baldi del Gamotta!



n. 15 - ottobre 1977 (Finite le vacanze)

Altra copertina di Marchal, con un gruppo di valigie che prendono il volo finita l'estate. Su una di esse c'è scritto "Kappler Reisebüro" ("Agenzia di viaggi Kappler"); il riferimento è all'SS-Obersturmbannführer Herbert Kappler e alla rocambolesca fuga dal Celio, dove era ricoverato da prigioniero per un grave tumore, organizzata dalla moglie il 15 agosto 1977 che infilò il marito (smagrito dalla malattia) in una grossa valigia e lo calò dalla finestra, per poi trascinarlo fino alla sua auto e portarlo in Germania, dove sarebbe morto 6 mesi dopo.


"La voce della fogna" n. 15, ottobre 1977. Disegno di Marchal

Herbert Kappler quando era in salute



Una simpatica vignetta di Marchal appare come corredo iconografico della rubrica "Rockologia" da lui stesso curata: un musicista pop contemporaneo suona la chitarra con la falce e il martello e più che cantare emette suoni, rutti e peti.
Subito dopo arriva la seconda e ultima parte di "A ruota libera su Gary Baldi" del Gamotta. Il Nostro è impegnato nella spedizione dei Mille, che in realtà risulta vittoriosa perché tutti gli eserciti stranieri che occupavano il sud si ritirano inspiegabilmente per far passare l'armata garibaldina. "E fu così che il Meridione venne liberato dal regime feudale che lo opprimeva e iniziato a tutte le delizie della democrazia: le tasse, la sifilide, le elezioni, la leva obbligatoria, Agnelli, l'ateismo, l'urbanizzazione, l'industrializzazione, ecc. ecc." Particolarmente feroce il ritratto di Nino Bixio, "che bombardava i villaggi (meglio se indifesi), impiccava preti, si fotteva la nipote, bestemmiava, aveva guai con la giustizia per peculato e non scannava aviatori solo perché era il Primo Risorgimento e di aviatori non ce ne erano" (il riferimento è al massacro di Kindu, avvenuto nel 1961). L'Italia che onora ancora Garibaldi appare nell'ultimo, gigantesco vignettone: prostitute, abortisti, immigrati, rapitori, rapinatori, terroristi, sindacalisti, magistrati democratici, banchieri, usurai, drogati, giornalisti democratici, etc. etc.


L'Italia del 1977 figlia delle eroiche imprese di Gary Baldi... secondo il Gamotta!



"Scene di caccia" di Frantz, fumetto di derivazione francese, occupa ben tre pagine del n. 15 (che ha una foliazione leggermente aumentata). Nel fumetto due intellettuali tedeschi di sinistra si lamentano che la classe operaia non è più rivoluzionaria e vanno in cerca di emarginati, maniaci sessuali, drogati, vagabondi e veri proletari. E chi incontrano? Horst Wessel (martire della causa nazionalsocialista e autore della canzone "Die Fahne Hoch" che divenne l'inno ufficiale del NSDAP e poi del Terzo Reich), Reinhardt Heydrich (al comando del Protettorato di Boemia e Moravia), Hermann Göring (capo della Luftwaffe e uno dei massimi esponenti del Terzo Reich), Benito Mussolini (quando faceva il muratore in Svizzera) e Adolf Hitler (durante gli anni austriaci da bohemien). 


M;ussolini e Hitler giovani proletari in "Scene di caccia"


Mussolini e Hitler non più proletari a Firenze nel 1938



Francesco Manetti

mercoledì 18 novembre 2020

DAL MAGGIO 2014 AL NOVEMBRE 2020, SU "ERETICAMENTE"...

di Francesco Manetti

Dopo un anno giunge di nuovo la necessità di aggiornare la lista dei miei articoli pubblicati su "EreticaMente", la prestigiosa rivista online dedicata alla tradizione, alla letteratura, alla cultura in genere, all'arte, all'antica spiritualità, all'indagine storica e antropologica, alla discussione socio-politica e quant'altro, alla quale collaboro con immutata passione e orgoglio dal 5 maggio 2014. Nei miei articoli mi sono spesso occupato del fumetto italiano durante l'Era Fascista, e non solo. Come media si tratta di cinque pezzi all'anno, anche se ciò è dovuto soprattutto alla produzione del 2014 e del 2015: 8 pezzi nel 2014 (una media di uno al mese), 6 nel 2015 (uno ogni due mesi, in media), 4 nel 2016 e ancora 4 nel 2017 (uno ogni tre mesi), soltanto 3 nel 2018 e 3 nel 2019 (uno a stagione; la scarsità di interventi in quei due anni fu dovuta al fatto di due traumatici cambi di lavoro) e 4 ancora nel 2020, con un ritorno alla media di interventi di 3/4 anni prima. Prevedo che nei prossimi anni la media si stabilizzerà sui 4 pezzi all'anno.

Ecco dunque una breve cronologia delle mie pubblicazioni "eretiche", arrivate a quota trentadue:





1) Léon Degrelle ultimo atto (5 maggio 2014): recensione e analisi dell'ultimo libro scritto da Degrelle, il fondatore del Rexismo belga, un libro di memorie dedicato a Hergé.

2) Hergé, Tintin, gli USA e l'URSS (27 maggio 2014): come il grande fumettista belga vedeva attraverso gli occhi di Tintin i miti americano e sovietico.

3) Jacovitti, gli USA e l'URSS (26 giugno 2014): come il grande artista italiano vide attraverso i suoi fumetti i miti americano e sovietico.

4) La Tradotta 1-10 (26 luglio 2014): analisi ragionata e storica dei primi 10 numeri del giornale di trincea della III Armata.

5) La Tradotta 11-25 (17 agosto 2014): analisi ragionata e storica degli ultimi 15 numeri del giornale di trincea della III Armata.

6) L'idea "fumetto" nella storia (1° ottobre 2014): si spiega come il linguaggio fumettistico (narrazione per immagini in sequenza) non sia un'invenzione moderna.





7) Mussolini & Disney (16 novembre 2014): i rapporti (veri o presunti) fra il Duce e il creatore di Michey Mouse (si tratta del mio articolo di "EreticaMente" di maggior successo, citatissimo in Rete, pubblicato anche su carta e in richiesto da altri siti).

8) Il 300 di Miller (24 dicembre 2014): un'analisi in chiave tradizionalista di uno dei capolavori a fumetti del grande maestro americano.

9) Houellebecq e il fantastico (28 gennaio 2015): un'analisi del fantastico nell'opera letteraria del grande scrittore (e polemista) francese; si tratta del mio primo articolo non fumettistico.

10) Demogorgone e il fantastico (7 marzo 2015): recensione particolare del saggio di Barsacchi su Demogorgone.

11) Fascismo e fumetto avventuroso (29 marzo 2015): come le restrizioni del Fascismo nei confronti del fumetto straniero contribuirono alla nascita del fumetto avventuroso italiano

12) Il patrimonio artistico italiano durante la RSI (25 aprile 2015): recensione del primo libro di Andrea Carlesi; si tratta del mio primo articolo non fumettistico dedicato al Fascismo.

13) Ulceda (21 giugno 2015): analisi del capolavoro di Moroni Celsi, primo fumetto western italiano.

14) S. K. 1 (3 settembre 2015): analisi di un altro capolavoro di Moroni Celsi, primo fumetto fantascientifico italiano.





15) Saturno contro la Terra - prima parte (24 febbraio 2016): inizia l'analisi del capolavoro di Pedrocchi.

16) Saturno contro la Terra - seconda parte (16 maggio 2016): continua l'analisi del capolavoro di Pedrocchi.

17) Saturno contro la Terra - terza parte (28 maggio 2016): continua l'analisi del capolavoro di Pedrocchi.

18) Saturno contro la Terra - quarta parte (14 settembre 2016): continua l'analisi del capolavoro di Pedrocchi.

19) Saturno contro la Terra - quinta parte (14 gennaio 2017): termina l'analisi del capolavoro di Pedrocchi.

20) Pistoia durante la RSI (27 marzo 2017): recensione del secondo libro di Andrea Carlesi.




21) Le avventure di Romano - prima parte (7 luglio 2017): inizia l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

22) Ali sul Golfo (22 ottobre 2017): intervista a Paolo Camaiora, esperto di architettura e materiali lapidei dell'Era Fascista.

23) Le avventure di Romano - seconda parte (11 febbraio 2018): continua l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

24) Le avventure di Romano - terza parte (8 luglio 2018): continua l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

25) Le avventure di Romano - quarta parte (25 settembre 2018): continua l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

26) Le avventure di Romano - quinta parte (5 aprile 2019): continua l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

27) Le avventure di Romano - sesta parte (17 novembre 2019): continua l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

28) Epurazione (24 novembre 2019): racconto di un procedimento di epurazione antifascista contro un maestro elementare del senese basato esclusivamente su documenti reali.





29)  Le avventure di Romano - settima parte (8 marzo 2020): continua l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar.

30) Le avventure di Romano - ottava e ultima parte (26 aprile 2020): si conclude l'analisi del capolavoro di Kurt Caesar, iniziata quasi tre anni prima.

31) Marsch und Kampf des Deutschen Afrikakorps (29 luglio 2020): analisi di un capolavoro non fumettistico di Kurt Caesar, il libro illustrato sulle vittorie dell'Afrikakorps di Rommel in Nord-Africa.

32) Un altro Disney - prima parte (1° novembre 2020): aggiornamenti e approfondimenti sul caso Mussolini/Disney.





Nel 2021 continuerò (e forse porterò a termine) i miei studi su Disney e il fascismo, Disney e il nazismo, Disney e il comunismo, Disney e l'esoterismo, etc.


Francesco Manetti

mercoledì 5 agosto 2020

I FUMETTI DELLA FOGNA - 2a PARTE (1975/1976)

di Francesco Manetti

"LA VOCE DELLA FOGNA" E I SUOI FUMETTI - nn. 6/10 - 1975/1976


Fra il dicembre del 1974 e il novembre del 1983 venne pubblicata a Firenze da Marco Tarchi una fanzine politico-goliardica che fu provocatoriamente battezzata “La Voce della Fogna – giornale differente”, con l'ovvio riferimento polemico allo slogan antagonista che andava di moda allora e che recitava, cantilenato nelle piazze e nei cortei o stampato su manifesti, cartelli e tazebao, Fascisti, carogne, tornate nelle fogne. In tutto uscirono 31 numeri in bianco-e-nero, spillati e con foliazione varia, dove gli interventi seri di riflessione ideologica (che facevano riferimento alla corrente europea della Nuova Destra) si alternavano a recensioni librarie, cinematografiche, televisive e musicali, alle rassegne-stampa, a racconti allegorici sulla situazione sociale italiana, a tanta satira di costume e politica.

In una sequenza del film "Sangue sparso" del 2014 appaiono alcune copie della "Voce della Fogna"

Sul giornale “La Voce della Fogna” è stato scritto tanto; alcune copie (o la loro riproduzione scenica) appaiono persino in una sequenza del film Sangue sparso (Emma Moriconi, 2014) sulla strage di Acca Larentia (gennaio 1978) e lo stesso ideatore è ritornato più volte sull'argomento, in interviste, filmati e soprattutto nelle introduzioni e nelle note alle due ristampe complete della serie – la prima uscita nel 1991 (copertina rossa) e la seconda datata 2019 (copertina nera); l'omnibus del 2019 è quello su cui ci siamo basati per stilare questa "cronologia ragionata" in sei puntate (questa è la seconda) e per trarre le illustrazioni del corredo iconografico (qui usate con l'unico intento di documentare visivamente e far meglio comprendere le nostre parole); una “cronologia ragionata” che si occupa però quasi esclusivamente dell'aspetto fumettistico del mensile, quello che a noi compete; sul foglio fiorentino il testo scritto, il “piombo”, lasciava infatti spesso il campo al fumetto e alla vignetta (o alla striscia) umoristica di stampo “classico”.

La copertina con Fanfani servo di Berlinguer


N. 6 – Ottobre 1975 (senza titolo)

Nella copertina firmata Square vediamo le caricature di Enrico Berlinguer (1922 – 1984; l'ultimo vero segretario generale del PCI, prima della meteora Natta e di Occhetto, che sciolse il partito nel 1991, avendo deciso di farlo già nel novembre del 1989 alla Bolognina, sepolto dai calcinacci del Muro di Berlino) e di Amintore Fanfani (1908 – 1999; uno degli inossidabili politici della DC; deputato o senatore, eletto e poi a vita, in tutte le legislature della Repubblica, dalla I alla XIII, per oltre mezzo secolo; più volte Presidente del Consiglio; più volte Presidente del Senato; più volte segretario della Democrazia Cristiana); all'epoca del n. 6 della “Voce della Fogna” Fanfani era “soltanto” senatore perché si era dimesso alla fine di luglio da segretario della DC, dopo che le elezioni regionali del giugno 1975 era andate male per il partito papista; la copertina fu eseguita il 10 luglio 1975 e dunque appare un po' datata, visto che Fanfani non era più da mesi capo del partito “antagonista” (ah, ah, ah!) del PCI; l'ambiente disegnato da Square è una lussuosa villa, con scintillante salone delle feste; il maggiordomo Fanfani chiede al padrone della magione Don Enrico se può far passare l'idraulico dal portone principale; Berlinguer risponde: “Sei diventato pazzo, mio buon Amintore? Per la classe operaia c'è la porta di servizio!”.



PCI-DC, nemici-amici

La figura di Enrico Berlinguer ritratto come snob (o come nobile o alto-borghese) nei confronti di coloro che più lo votavano fu ripresa con grande successo da Forattini nel 1977, quando lo disegnò seduto in poltrona in salotto, con vestaglia e pantofole, a bere tè mentre fuori gli operai metalmeccanici in sciopero sfilavano in corteo.



Il Berlinguer snob di Forattini


Nella rubrica “Quando sento parlare di kultura…” appare la recensione di “Histoire de la civilisation” (1a parte) di Jack Marchal, volumetto di 16 pagine uscito nel 1975 come supplemento della rivista francese “Alternative”. Il testo è davvero esilarante:

Konrad Lorenz, o Ardrey, a fumetti. Una weltanschauung a strisce. E non stiamo affatto esagerando. Se conoscete qualche parola di francese, non lasciatevela scappare: la prima tiratura è andata esaurita in pochi mesi (…). In ogni modo, diecimila volte meglio del trotzkysta Crepax, un milione di volte più graffiante del berlingueriano Chiappori, ispirato metafisicamente dalla lettura del Gamotta, in questa Storia della Civiltà parte prima, il maledetto e contagioso pop-fascista, dà il meglio di sé. Dall'uomo-scimmia sino alla rovina di Babilonia. In mezzo a un crepitare di trovate geniali, una lettura della storia controcorrente che promette, dato il successo, di spingersi fino ai giorni nostri (…).


Guido Crepax nel suo studio
Alfredo Chiappori

Inutile sottolineare i riferimenti a Guido Crepax (1933 – 2003, il celebre creatore di Valentina e di mille altri personaggi, soprattutto per “Linus”) e ad Alfredo Choappori (classe 1943, una delle più celebri firme umoristiche di “Linus”, con Up il Sovversivo e altro ancora; al suo stile si rifà in parte il Tomaselli della “VDF”).


Una classica striscia di Chiappori, al cui stile si rifà in parte il Tomaselli della "VDF" (notare, per esempio, l'uso della silhouette)

Accanto alla recensione c'è la nuova “striscia in colonna” del già citato Enrico Tomaselli. Interessante la sequenza temporale “retrograda”: il lacrimogeno sparato dal poliziotto nell'ultima vignetta sale in alto (ovvero nel passato), rompendo la gabbia della terza vignetta e piombando nella seconda per sciogliere una “adunata sediziosa” di “contestatori” di destra (con il casco), che in realtà stavano solo parlando di calcio.
Ecco poi la quinta puntata delle avventure di Re Pubica di Gilberto “Gamotta” Oneto: gli eserciti rossi dell'erede del sacro trono di Re Sistenza partono per combattere, lasciando però sguarnita la difesa del Regno “democratico e molto costituzionale”. Lo stesso autore firma anche il paginone satirico centrale, ispirato sicuramente all'arte di Jacovitti, che a sua volta si rifece ai grandi fumettisti dei giornali di trincea della Prima Guerra Mondiale, come Antonio Rubino; intorno al monumento eretto alla memoria di Gemisto (ovvero il partigiano Francesco Moranino, 1920 – 1971, deputato comunista alla Costituente, condannato nel dopoguerra per strage e fuggito in Cecoslovacchia per evitare il carcere), immortalato con mitra e in piedi su una piramide di teschi, si svolge il Festival de L'Unità; ecco dunque il Circo a 3 Piste Pajetta (una pista rossa insabbiata, una pista nera inventata e la pista di Ho Chi Min; Gian Carlo Pajetta, 1911 – 1990, fu partigiano, dirigente del PCI e parlamentare comunista dal 1946 fino alla morte), l'Ufficio Turistico Breznev (successore di Krusciov, Leonid Breznev, 1906 – 1982, fu dopo Stalin colui che guidò più a lungo il PCUS e l'intera URSS), che offre Vacanze Soggiorni in Manicomi Criminali, visite alla Lubianka by Night (il palazzo moscovita della Lubjanka, un tempo sede di una compagnia di assicurazioni, è dal 1918 quartier generale dei servizi segreti russi – dalla Čeka alla GPU, dalla NKVD al KGB, fino all'attuale FSB), Campi di Lavoro Volontario a Cuba; etc.

Moranino "Gemisto" con il "Che" Guevara

Il paginone jacovittesco del Gamotta


Quinto appuntamento anche per la saga del Ratto Nero di Marchal, “Sarà capitato anche a voi!”. Siamo sotto le elezioni e le fogne sono talmente piene di rifiuti (manifesti elettorali) che il topo è costretto a uscire fuori per colpa dei miasmi; per le strade sembrano sfilare elementi della “destra d'ordine” che gridano slogan infuocati contro il terrorismo; si tratta invece di un corto del PCI i cui esponenti si sono del tutto imborghesiti.


La manifestazione del PCI sembra quasi una manifestazione di conservatori



n. 7 – dicembre 1975 (Antifascismo cieco, pronto, assoluto)

Ottima copertina del fumettista fiammingo underground Crunch che si ispira in parte all'americano Crumb: una coppia sta facendo sesso e l'uomo chiede un minuto di raccoglimento mentre la radio urla: “Edizione straordinaria! Il boia Franco fucila 5 patrioti!” Si tratta di un riferimento alle ultime sentenze di pena di morte eseguite in Spagna, il 27 settembre 1975, quando furono fucilati in località diverse due membri dell'organizzazione terroristica separatista basca ETA (Euskadi Ta Askatasuna, Terra Basca e Libertà, sciolta nel 2018) e tre attivisti dell'organizzazione armata di estrema sinistra FRAP (Frente Revolucionario Antifascista y Patriota, sciolta nel 1978); ci furono proteste di tutti i governi “democratici” e la stampa “democratica” italiana si distinse per la condanna del gesto di Franco, che respinse persino l'appello del Papa (“Il Messaggero”: Assassinio a Madrid; “L'Unità”: Fascismo infame).

La prima pagina del "Messaggero" con la notizia della fucilazione dei 5 oppositori


La consueta “striscia in colonna” di Tomaselli vede come protagonista il contestatore “di destra”, riconoscibile perché indossa sempre il casco ed è in silhouette nera; il personaggio dice che il casco non è in linea con il “volto moderno e perbenista del mio partito” (il Movimento Sociale Italiano), ma che la protezione è indispensabile (contro le manganellate della polizia).


L'attivista di Tomaselli indossa il casco (o elmetto che dir si voglia) per un motivo ben preciso...


Nella sesta puntata di “Sarà capitato anche a voi!” Jack Marchal manda il suo Ratto Nero, che vorrebbe ritornare il ragazzo normale di un tempo, da Santa Democrazia - una sorta di divinità vudu sinistrorsa (nella mano destra regge un piccolo Mussolini a testa in giù) che riesce a trasformare i “porci” comunisti in borghesi e viceversa; ma per il nostro nero topo di fogna, per quanti ceri accenda alla santa, non c'è verso: rimane sempre uguale. Tocca alla sua ragazza spiegargli che “fra Democrazia e noi ci deve essere incompatibilità biologica”.


Il ratto Nero e la Santa Democrazia


Chiude il numero Re Pubica del Gamotta, che rimugina sui fallimenti delle sue codarde truppe, inviate contro il nemico (il fascista Regno di Borgosano, patria di Re Azione), ma incapaci di attaccare, riuscendo solo a “cacarsi sotto”, quando invece “sono talmente tanti che basterebbe che pisciassero tutti insieme che riuscirebbero ad annegare tutti i fascisti”.



N.8 – Febbraio 1976 (Angola: i bianchi se ne vanno…)

La copertina, dove in Angola un cimitero di croci bianche grida “finalmente liberi”, fa riferimento alla guerra civile iniziata nel 1975 che portò alla fine del colonialismo portoghese e alla presa del potere da parte di un movimento insurrezionale marxista eterodiretto da Cuba e URSS, il MPLA (ne vediamo sventolare la bandiera), vittorioso sull'UNITA, raggruppamento sostenuto dal Sudafrica bianco e dagli USA e guidato dal maoista Jonas Savimbi, e sul FNLA, il partito delle tribù del nord; il MPLA (Movimento Popular de Libertação de Angola) è ancora oggi in auge e la bandiera dell'Angola è praticamente quella del partito al comando.


Jonas Savimbi



L'Angola finalmente libera!


Nella settima parte delle “Eroiche imprese di Re Pubica, sovrano democratico e molto costituzionale” firmate dal Gamotta, il nostro, aizzato dal consigliere Zio Nista, cerca di far cadere in un trappolone il nemico Re Azione, proponendogli per telefono un'offerta di pace, per poter attirarlo a Casinolercio e massacrarlo a colpi di chiave inglese; il problema sono i dipendenti pubblici della SIP locale; quando Re Pubica cerca di mettersi in contatto con Borgosano si sente rispondere dall'operatore: “Impossibile: c'è in corso uno sciopero articolato a gatto selvaggio dei dipendenti della Società Repubblicana dei Telefoni in congiunzione con quello dei castratori di cammelli per solidarietà con i compagni raddrizzatori di banane che scioperano per sostenere la lotta delle meretrici democratiche che occupano in permanenza il posto di lavoro per appoggiare lo sciopero ad oltranza dei seminatori di rododendri che si agitano sulla piattaforma rivendicativa del porkogiuda a difesa dei salari degli strangolatori di topi che scioperano per solidarietà con la federazione dei…”


La compagnia telefonica di Casinolercio è in sciopero


Il Gamotta è autore anche della divertente storia autoconclusiva in due tavole intitolata “Il problema dell'aborto”, con riferimento al dibattito sul tema nel Paese (e ai continui cortei e lamenti degli abortisti) e alle discussioni in Parlamento per una legge sull'interruzione volontaria della gravidanza che proprio nel 1976 erano entrate nel vivo e che avrebbero portato alla Legge 194 del 1978; dissacranti alcuni affermazioni: “se legalizzano l'aborto Aldo Moro potrà finalmente avere la carta d'identità” oppure “se tutte le larve democratiche hanno deciso di evitare di riprodursi ci farebbero una cortesia, l'unica cosa positiva che possono fare: scomparire!”.

Adele Faccio ed Emma Bonino durante una manifestazione a favore della legalizzazione dell'aborto



Il dibattito sull'aborto secondo il Gamotta

Ecco poi Tomaselli con la sua “colonna a striscia”: il pennello di regime traccia su tutte le vignette la “pista nera” (degli attentati), l'unica che può essere seguita dalla magistratura.
Dopo l'exploit sul n. 5 ecco la seconda puntata di “Scene di caccia” del fumettista fiammingo Crunch: un cacciatore cileno, il signor Pedro, e il suo assistente Ramòn abbattono a fucilate un intellettuale francese che stava migrando dall'Ande carico di “volantini firmati Sezione Cilena della Quarta Internazionale”.


N.9 – Aprile 1976 (Per la città pulita, no all'aborto!)

Continua, fin dalla copertina di Marchal, la polemica contro l'orientamento della maggioranza delle forze politiche verso la legalizzazione dell'aborto; in questo caso l'aborto non è la pratica abortiva, ma un orrido feto nero che viene preso a calci in una discarica dal Ratto Nero; si notano di sfuggita, in quell'immondezzaio, alcuni elementi grafici che potrebbero essere d'ispirazione jacovittesca – il salame (soprattutto) e una lisca di pesce!



Il problema dell'aborto secondo Jack Marchal!


L'ottava puntata delle imprese di Re Pubica del Gamotta vede il sovrano di Casinolercio elaborare un falso piano di pace per incastrare il nemico Re Azione di Borgosano; chiamato per telefono il paese avversario, la testa coronata dal volto impaurito, da cui penzola un naso a forma fallica, chiede di “parlare con una personalità del suo rango”… e gli passano alla cornetta un bel maiale (fascista)!


A Re Pubica che chiede di parlare con una personalità del suo rango i militanti di Borgosano passano al telefono un grasso porcello!


Il contestatore in casco e silhouette nera di Tomaselli ha stavolta a che fare con la “libertà d'espressione”, che nel caso dei camerati coincide con “libertà di persecuzione” nel nome della Legge Scelba (entrata in vigore nel 1952, allo scopo di contrastare qualsiasi tentativo di apologia e di riorganizzazione del disciolto Partito Nazionale Fascista, ai sensi della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana).

Mario Scelba nel 1955


Chiude la parte fumettistica del n. 9 una doppia puntata (7 e 8) della saga del Ratto Nero di Jack Marchal, “Sarà capitato anche a voi”, che va così a pareggiare i “conti editoriali”, visto che questa fortunata serie sul n. 8 della “Voce della fogna” non era apparsa (forse era saltata per un ritardo nella consegna); dopo essersi recati da un prete in cerca di conforto, e aver scoperto che si tratta di un moderno omosessuale, i nostri due topacci fidanzati vanno a un comizio di antifascisti, facendo scappare tutti; il capo della banda, dopo essere rimasto tutto il giorno in cima a un lampione, confessa di essere “un fascista puro e duro” e scende; andrà a finire che i due gli pagheranno una marchetta con una bruttissima prostituta.


I Ratti di Marchal incontrano il prete omosessuale


N.10 – Giugno 1976 (La pubblicità il male della nostra epoca)

Ancora Jack Marchal agli onori della copertina: un attivista della destra radicale distribuisce “La Voce della Fogna”, offrendola anche a un “compagno” e chiedendogli se il giornale a lui piace; ecco la risposta: “Beh… veramente… non male… ma, per me, un giornale dev'essere democratico, laico e antifascista! O no?”


Re Pubica con il naso eretto che parla e straparla mentre dall'altra parte della linea la cornetta è stata messa nel WC


Il Gamotta scrive e disegna la nona puntata delle “eroiche imprese” di Re Pubica, sempre intento a far abboccare il nemico Re Azione al suo falso trattato di pace; per fargli trovare un po' di coraggio il consigliere Zio Nista gli fa bere un po' di Ritz Seng, un demo-ginseng regalato da compagno Ciu Lai Pok, che manda subito in erezione il naso fallico del sovrano; il coraggio ritrovato non serve a nulla perché Re Pubica parla e straparla, ma dall'altra parte della linea, a Borgosano, la cornetta è stata buttata nel cesso. Del Gamotta è anche la storiella successiva, in una tavola autoconclusiva; il ragionier Galbusetti, milanese puro, non vuol far sposare suo figlia con un “terrone”, perché “non ha voglia di lavorare”, perché “è ignorante, non si lava e puzza”, etc.; poi si reca con il figlio contestatore a un sit-in contro il razzismo dove vengono inalberati cartelli del tenore “Via i sudafricani dal Sudafrica”, “W Mobutu”, “W Angela Davis, abbasso Mina”; etc.; Mobutu era il sanguinario dittatore africano dello Zaire (ex Congo belga), fantoccio degli USA, rimasto al potere dal 1960 al 1996; Angela Davis è un'attivista americana di colore, iscritta alla Partito Comunista degli Stati Uniti, protagonista di marce e proteste e di numerose canzoni pop a lei ispirate.


Il milanese del Gamotta, progressista e antirazzista


Nella consueta “colonna a striscia” di Tomaselli si parla invece di infiltrati: un agente in borghese, insinuatosi fra “gli estremisti di destra”, teme che i fascisti “comincino a sospettare qualcosa”; e infatti gli sta per arrivare sulla nuca un sanpietrino, il celeberrimo blocchetto di pietra usato per le pavimentazioni e gettonato come arma da lancio durante le manifestazioni più infuocate.

Il sacro scudo della DC difende l'Italia dal comunismo...


Nuova doppia tavola di Jack Marchal per il suo “Sarà capitato anche a voi!”. E così con 10 numeri della “VDF” abbiamo, per il momento, 10 paginate del Ratto Nero, una saga in vista ormai della conclusione; in questa puntata le fogne sono impestate del più tremendo tanfo del mondo, quello elettorale, perché hanno di nuovo “sciolto” il parlamento; Agnelli della FIAT si fa tagliare le gambe dal mostro comunista ma continua a lanciare teneri messaggi di pace verso i compagni; intanto il Grande Occulto Stregone dei Maestosi e Venerabili Misteri Fanfanisti, con il suo scudo magico della DC, tenta di tramutare in “militanti democristiani” tutti i Ratti Neri; il provocatore viene mandato (letteralmente) all'inferno, ma i camerati cominciano miracolosamente a moltiplicarsi...


Lo scudo magico della DC può trasformare i camerati in militanti democristiani...


Francesco Manetti

(fine della 2a parte)