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mercoledì 5 agosto 2020

I FUMETTI DELLA FOGNA - 2a PARTE (1975/1976)

di Francesco Manetti

"LA VOCE DELLA FOGNA" E I SUOI FUMETTI - nn. 6/10 - 1975/1976


Fra il dicembre del 1974 e il novembre del 1983 venne pubblicata a Firenze da Marco Tarchi una fanzine politico-goliardica che fu provocatoriamente battezzata “La Voce della Fogna – giornale differente”, con l'ovvio riferimento polemico allo slogan antagonista che andava di moda allora e che recitava, cantilenato nelle piazze e nei cortei o stampato su manifesti, cartelli e tazebao, Fascisti, carogne, tornate nelle fogne. In tutto uscirono 31 numeri in bianco-e-nero, spillati e con foliazione varia, dove gli interventi seri di riflessione ideologica (che facevano riferimento alla corrente europea della Nuova Destra) si alternavano a recensioni librarie, cinematografiche, televisive e musicali, alle rassegne-stampa, a racconti allegorici sulla situazione sociale italiana, a tanta satira di costume e politica.

In una sequenza del film "Sangue sparso" del 2014 appaiono alcune copie della "Voce della Fogna"

Sul giornale “La Voce della Fogna” è stato scritto tanto; alcune copie (o la loro riproduzione scenica) appaiono persino in una sequenza del film Sangue sparso (Emma Moriconi, 2014) sulla strage di Acca Larentia (gennaio 1978) e lo stesso ideatore è ritornato più volte sull'argomento, in interviste, filmati e soprattutto nelle introduzioni e nelle note alle due ristampe complete della serie – la prima uscita nel 1991 (copertina rossa) e la seconda datata 2019 (copertina nera); l'omnibus del 2019 è quello su cui ci siamo basati per stilare questa "cronologia ragionata" in sei puntate (questa è la seconda) e per trarre le illustrazioni del corredo iconografico (qui usate con l'unico intento di documentare visivamente e far meglio comprendere le nostre parole); una “cronologia ragionata” che si occupa però quasi esclusivamente dell'aspetto fumettistico del mensile, quello che a noi compete; sul foglio fiorentino il testo scritto, il “piombo”, lasciava infatti spesso il campo al fumetto e alla vignetta (o alla striscia) umoristica di stampo “classico”.

La copertina con Fanfani servo di Berlinguer


N. 6 – Ottobre 1975 (senza titolo)

Nella copertina firmata Square vediamo le caricature di Enrico Berlinguer (1922 – 1984; l'ultimo vero segretario generale del PCI, prima della meteora Natta e di Occhetto, che sciolse il partito nel 1991, avendo deciso di farlo già nel novembre del 1989 alla Bolognina, sepolto dai calcinacci del Muro di Berlino) e di Amintore Fanfani (1908 – 1999; uno degli inossidabili politici della DC; deputato o senatore, eletto e poi a vita, in tutte le legislature della Repubblica, dalla I alla XIII, per oltre mezzo secolo; più volte Presidente del Consiglio; più volte Presidente del Senato; più volte segretario della Democrazia Cristiana); all'epoca del n. 6 della “Voce della Fogna” Fanfani era “soltanto” senatore perché si era dimesso alla fine di luglio da segretario della DC, dopo che le elezioni regionali del giugno 1975 era andate male per il partito papista; la copertina fu eseguita il 10 luglio 1975 e dunque appare un po' datata, visto che Fanfani non era più da mesi capo del partito “antagonista” (ah, ah, ah!) del PCI; l'ambiente disegnato da Square è una lussuosa villa, con scintillante salone delle feste; il maggiordomo Fanfani chiede al padrone della magione Don Enrico se può far passare l'idraulico dal portone principale; Berlinguer risponde: “Sei diventato pazzo, mio buon Amintore? Per la classe operaia c'è la porta di servizio!”.



PCI-DC, nemici-amici

La figura di Enrico Berlinguer ritratto come snob (o come nobile o alto-borghese) nei confronti di coloro che più lo votavano fu ripresa con grande successo da Forattini nel 1977, quando lo disegnò seduto in poltrona in salotto, con vestaglia e pantofole, a bere tè mentre fuori gli operai metalmeccanici in sciopero sfilavano in corteo.



Il Berlinguer snob di Forattini


Nella rubrica “Quando sento parlare di kultura…” appare la recensione di “Histoire de la civilisation” (1a parte) di Jack Marchal, volumetto di 16 pagine uscito nel 1975 come supplemento della rivista francese “Alternative”. Il testo è davvero esilarante:

Konrad Lorenz, o Ardrey, a fumetti. Una weltanschauung a strisce. E non stiamo affatto esagerando. Se conoscete qualche parola di francese, non lasciatevela scappare: la prima tiratura è andata esaurita in pochi mesi (…). In ogni modo, diecimila volte meglio del trotzkysta Crepax, un milione di volte più graffiante del berlingueriano Chiappori, ispirato metafisicamente dalla lettura del Gamotta, in questa Storia della Civiltà parte prima, il maledetto e contagioso pop-fascista, dà il meglio di sé. Dall'uomo-scimmia sino alla rovina di Babilonia. In mezzo a un crepitare di trovate geniali, una lettura della storia controcorrente che promette, dato il successo, di spingersi fino ai giorni nostri (…).


Guido Crepax nel suo studio
Alfredo Chiappori

Inutile sottolineare i riferimenti a Guido Crepax (1933 – 2003, il celebre creatore di Valentina e di mille altri personaggi, soprattutto per “Linus”) e ad Alfredo Choappori (classe 1943, una delle più celebri firme umoristiche di “Linus”, con Up il Sovversivo e altro ancora; al suo stile si rifà in parte il Tomaselli della “VDF”).


Una classica striscia di Chiappori, al cui stile si rifà in parte il Tomaselli della "VDF" (notare, per esempio, l'uso della silhouette)

Accanto alla recensione c'è la nuova “striscia in colonna” del già citato Enrico Tomaselli. Interessante la sequenza temporale “retrograda”: il lacrimogeno sparato dal poliziotto nell'ultima vignetta sale in alto (ovvero nel passato), rompendo la gabbia della terza vignetta e piombando nella seconda per sciogliere una “adunata sediziosa” di “contestatori” di destra (con il casco), che in realtà stavano solo parlando di calcio.
Ecco poi la quinta puntata delle avventure di Re Pubica di Gilberto “Gamotta” Oneto: gli eserciti rossi dell'erede del sacro trono di Re Sistenza partono per combattere, lasciando però sguarnita la difesa del Regno “democratico e molto costituzionale”. Lo stesso autore firma anche il paginone satirico centrale, ispirato sicuramente all'arte di Jacovitti, che a sua volta si rifece ai grandi fumettisti dei giornali di trincea della Prima Guerra Mondiale, come Antonio Rubino; intorno al monumento eretto alla memoria di Gemisto (ovvero il partigiano Francesco Moranino, 1920 – 1971, deputato comunista alla Costituente, condannato nel dopoguerra per strage e fuggito in Cecoslovacchia per evitare il carcere), immortalato con mitra e in piedi su una piramide di teschi, si svolge il Festival de L'Unità; ecco dunque il Circo a 3 Piste Pajetta (una pista rossa insabbiata, una pista nera inventata e la pista di Ho Chi Min; Gian Carlo Pajetta, 1911 – 1990, fu partigiano, dirigente del PCI e parlamentare comunista dal 1946 fino alla morte), l'Ufficio Turistico Breznev (successore di Krusciov, Leonid Breznev, 1906 – 1982, fu dopo Stalin colui che guidò più a lungo il PCUS e l'intera URSS), che offre Vacanze Soggiorni in Manicomi Criminali, visite alla Lubianka by Night (il palazzo moscovita della Lubjanka, un tempo sede di una compagnia di assicurazioni, è dal 1918 quartier generale dei servizi segreti russi – dalla Čeka alla GPU, dalla NKVD al KGB, fino all'attuale FSB), Campi di Lavoro Volontario a Cuba; etc.

Moranino "Gemisto" con il "Che" Guevara

Il paginone jacovittesco del Gamotta


Quinto appuntamento anche per la saga del Ratto Nero di Marchal, “Sarà capitato anche a voi!”. Siamo sotto le elezioni e le fogne sono talmente piene di rifiuti (manifesti elettorali) che il topo è costretto a uscire fuori per colpa dei miasmi; per le strade sembrano sfilare elementi della “destra d'ordine” che gridano slogan infuocati contro il terrorismo; si tratta invece di un corto del PCI i cui esponenti si sono del tutto imborghesiti.


La manifestazione del PCI sembra quasi una manifestazione di conservatori



n. 7 – dicembre 1975 (Antifascismo cieco, pronto, assoluto)

Ottima copertina del fumettista fiammingo underground Crunch che si ispira in parte all'americano Crumb: una coppia sta facendo sesso e l'uomo chiede un minuto di raccoglimento mentre la radio urla: “Edizione straordinaria! Il boia Franco fucila 5 patrioti!” Si tratta di un riferimento alle ultime sentenze di pena di morte eseguite in Spagna, il 27 settembre 1975, quando furono fucilati in località diverse due membri dell'organizzazione terroristica separatista basca ETA (Euskadi Ta Askatasuna, Terra Basca e Libertà, sciolta nel 2018) e tre attivisti dell'organizzazione armata di estrema sinistra FRAP (Frente Revolucionario Antifascista y Patriota, sciolta nel 1978); ci furono proteste di tutti i governi “democratici” e la stampa “democratica” italiana si distinse per la condanna del gesto di Franco, che respinse persino l'appello del Papa (“Il Messaggero”: Assassinio a Madrid; “L'Unità”: Fascismo infame).

La prima pagina del "Messaggero" con la notizia della fucilazione dei 5 oppositori


La consueta “striscia in colonna” di Tomaselli vede come protagonista il contestatore “di destra”, riconoscibile perché indossa sempre il casco ed è in silhouette nera; il personaggio dice che il casco non è in linea con il “volto moderno e perbenista del mio partito” (il Movimento Sociale Italiano), ma che la protezione è indispensabile (contro le manganellate della polizia).


L'attivista di Tomaselli indossa il casco (o elmetto che dir si voglia) per un motivo ben preciso...


Nella sesta puntata di “Sarà capitato anche a voi!” Jack Marchal manda il suo Ratto Nero, che vorrebbe ritornare il ragazzo normale di un tempo, da Santa Democrazia - una sorta di divinità vudu sinistrorsa (nella mano destra regge un piccolo Mussolini a testa in giù) che riesce a trasformare i “porci” comunisti in borghesi e viceversa; ma per il nostro nero topo di fogna, per quanti ceri accenda alla santa, non c'è verso: rimane sempre uguale. Tocca alla sua ragazza spiegargli che “fra Democrazia e noi ci deve essere incompatibilità biologica”.


Il ratto Nero e la Santa Democrazia


Chiude il numero Re Pubica del Gamotta, che rimugina sui fallimenti delle sue codarde truppe, inviate contro il nemico (il fascista Regno di Borgosano, patria di Re Azione), ma incapaci di attaccare, riuscendo solo a “cacarsi sotto”, quando invece “sono talmente tanti che basterebbe che pisciassero tutti insieme che riuscirebbero ad annegare tutti i fascisti”.



N.8 – Febbraio 1976 (Angola: i bianchi se ne vanno…)

La copertina, dove in Angola un cimitero di croci bianche grida “finalmente liberi”, fa riferimento alla guerra civile iniziata nel 1975 che portò alla fine del colonialismo portoghese e alla presa del potere da parte di un movimento insurrezionale marxista eterodiretto da Cuba e URSS, il MPLA (ne vediamo sventolare la bandiera), vittorioso sull'UNITA, raggruppamento sostenuto dal Sudafrica bianco e dagli USA e guidato dal maoista Jonas Savimbi, e sul FNLA, il partito delle tribù del nord; il MPLA (Movimento Popular de Libertação de Angola) è ancora oggi in auge e la bandiera dell'Angola è praticamente quella del partito al comando.


Jonas Savimbi



L'Angola finalmente libera!


Nella settima parte delle “Eroiche imprese di Re Pubica, sovrano democratico e molto costituzionale” firmate dal Gamotta, il nostro, aizzato dal consigliere Zio Nista, cerca di far cadere in un trappolone il nemico Re Azione, proponendogli per telefono un'offerta di pace, per poter attirarlo a Casinolercio e massacrarlo a colpi di chiave inglese; il problema sono i dipendenti pubblici della SIP locale; quando Re Pubica cerca di mettersi in contatto con Borgosano si sente rispondere dall'operatore: “Impossibile: c'è in corso uno sciopero articolato a gatto selvaggio dei dipendenti della Società Repubblicana dei Telefoni in congiunzione con quello dei castratori di cammelli per solidarietà con i compagni raddrizzatori di banane che scioperano per sostenere la lotta delle meretrici democratiche che occupano in permanenza il posto di lavoro per appoggiare lo sciopero ad oltranza dei seminatori di rododendri che si agitano sulla piattaforma rivendicativa del porkogiuda a difesa dei salari degli strangolatori di topi che scioperano per solidarietà con la federazione dei…”


La compagnia telefonica di Casinolercio è in sciopero


Il Gamotta è autore anche della divertente storia autoconclusiva in due tavole intitolata “Il problema dell'aborto”, con riferimento al dibattito sul tema nel Paese (e ai continui cortei e lamenti degli abortisti) e alle discussioni in Parlamento per una legge sull'interruzione volontaria della gravidanza che proprio nel 1976 erano entrate nel vivo e che avrebbero portato alla Legge 194 del 1978; dissacranti alcuni affermazioni: “se legalizzano l'aborto Aldo Moro potrà finalmente avere la carta d'identità” oppure “se tutte le larve democratiche hanno deciso di evitare di riprodursi ci farebbero una cortesia, l'unica cosa positiva che possono fare: scomparire!”.

Adele Faccio ed Emma Bonino durante una manifestazione a favore della legalizzazione dell'aborto



Il dibattito sull'aborto secondo il Gamotta

Ecco poi Tomaselli con la sua “colonna a striscia”: il pennello di regime traccia su tutte le vignette la “pista nera” (degli attentati), l'unica che può essere seguita dalla magistratura.
Dopo l'exploit sul n. 5 ecco la seconda puntata di “Scene di caccia” del fumettista fiammingo Crunch: un cacciatore cileno, il signor Pedro, e il suo assistente Ramòn abbattono a fucilate un intellettuale francese che stava migrando dall'Ande carico di “volantini firmati Sezione Cilena della Quarta Internazionale”.


N.9 – Aprile 1976 (Per la città pulita, no all'aborto!)

Continua, fin dalla copertina di Marchal, la polemica contro l'orientamento della maggioranza delle forze politiche verso la legalizzazione dell'aborto; in questo caso l'aborto non è la pratica abortiva, ma un orrido feto nero che viene preso a calci in una discarica dal Ratto Nero; si notano di sfuggita, in quell'immondezzaio, alcuni elementi grafici che potrebbero essere d'ispirazione jacovittesca – il salame (soprattutto) e una lisca di pesce!



Il problema dell'aborto secondo Jack Marchal!


L'ottava puntata delle imprese di Re Pubica del Gamotta vede il sovrano di Casinolercio elaborare un falso piano di pace per incastrare il nemico Re Azione di Borgosano; chiamato per telefono il paese avversario, la testa coronata dal volto impaurito, da cui penzola un naso a forma fallica, chiede di “parlare con una personalità del suo rango”… e gli passano alla cornetta un bel maiale (fascista)!


A Re Pubica che chiede di parlare con una personalità del suo rango i militanti di Borgosano passano al telefono un grasso porcello!


Il contestatore in casco e silhouette nera di Tomaselli ha stavolta a che fare con la “libertà d'espressione”, che nel caso dei camerati coincide con “libertà di persecuzione” nel nome della Legge Scelba (entrata in vigore nel 1952, allo scopo di contrastare qualsiasi tentativo di apologia e di riorganizzazione del disciolto Partito Nazionale Fascista, ai sensi della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana).

Mario Scelba nel 1955


Chiude la parte fumettistica del n. 9 una doppia puntata (7 e 8) della saga del Ratto Nero di Jack Marchal, “Sarà capitato anche a voi”, che va così a pareggiare i “conti editoriali”, visto che questa fortunata serie sul n. 8 della “Voce della fogna” non era apparsa (forse era saltata per un ritardo nella consegna); dopo essersi recati da un prete in cerca di conforto, e aver scoperto che si tratta di un moderno omosessuale, i nostri due topacci fidanzati vanno a un comizio di antifascisti, facendo scappare tutti; il capo della banda, dopo essere rimasto tutto il giorno in cima a un lampione, confessa di essere “un fascista puro e duro” e scende; andrà a finire che i due gli pagheranno una marchetta con una bruttissima prostituta.


I Ratti di Marchal incontrano il prete omosessuale


N.10 – Giugno 1976 (La pubblicità il male della nostra epoca)

Ancora Jack Marchal agli onori della copertina: un attivista della destra radicale distribuisce “La Voce della Fogna”, offrendola anche a un “compagno” e chiedendogli se il giornale a lui piace; ecco la risposta: “Beh… veramente… non male… ma, per me, un giornale dev'essere democratico, laico e antifascista! O no?”


Re Pubica con il naso eretto che parla e straparla mentre dall'altra parte della linea la cornetta è stata messa nel WC


Il Gamotta scrive e disegna la nona puntata delle “eroiche imprese” di Re Pubica, sempre intento a far abboccare il nemico Re Azione al suo falso trattato di pace; per fargli trovare un po' di coraggio il consigliere Zio Nista gli fa bere un po' di Ritz Seng, un demo-ginseng regalato da compagno Ciu Lai Pok, che manda subito in erezione il naso fallico del sovrano; il coraggio ritrovato non serve a nulla perché Re Pubica parla e straparla, ma dall'altra parte della linea, a Borgosano, la cornetta è stata buttata nel cesso. Del Gamotta è anche la storiella successiva, in una tavola autoconclusiva; il ragionier Galbusetti, milanese puro, non vuol far sposare suo figlia con un “terrone”, perché “non ha voglia di lavorare”, perché “è ignorante, non si lava e puzza”, etc.; poi si reca con il figlio contestatore a un sit-in contro il razzismo dove vengono inalberati cartelli del tenore “Via i sudafricani dal Sudafrica”, “W Mobutu”, “W Angela Davis, abbasso Mina”; etc.; Mobutu era il sanguinario dittatore africano dello Zaire (ex Congo belga), fantoccio degli USA, rimasto al potere dal 1960 al 1996; Angela Davis è un'attivista americana di colore, iscritta alla Partito Comunista degli Stati Uniti, protagonista di marce e proteste e di numerose canzoni pop a lei ispirate.


Il milanese del Gamotta, progressista e antirazzista


Nella consueta “colonna a striscia” di Tomaselli si parla invece di infiltrati: un agente in borghese, insinuatosi fra “gli estremisti di destra”, teme che i fascisti “comincino a sospettare qualcosa”; e infatti gli sta per arrivare sulla nuca un sanpietrino, il celeberrimo blocchetto di pietra usato per le pavimentazioni e gettonato come arma da lancio durante le manifestazioni più infuocate.

Il sacro scudo della DC difende l'Italia dal comunismo...


Nuova doppia tavola di Jack Marchal per il suo “Sarà capitato anche a voi!”. E così con 10 numeri della “VDF” abbiamo, per il momento, 10 paginate del Ratto Nero, una saga in vista ormai della conclusione; in questa puntata le fogne sono impestate del più tremendo tanfo del mondo, quello elettorale, perché hanno di nuovo “sciolto” il parlamento; Agnelli della FIAT si fa tagliare le gambe dal mostro comunista ma continua a lanciare teneri messaggi di pace verso i compagni; intanto il Grande Occulto Stregone dei Maestosi e Venerabili Misteri Fanfanisti, con il suo scudo magico della DC, tenta di tramutare in “militanti democristiani” tutti i Ratti Neri; il provocatore viene mandato (letteralmente) all'inferno, ma i camerati cominciano miracolosamente a moltiplicarsi...


Lo scudo magico della DC può trasformare i camerati in militanti democristiani...


Francesco Manetti

(fine della 2a parte)