giovedì 29 novembre 2012

L'OGGETTO MISTERIOSO: UN'AVVENTURA DI LAPO & BALDO, RAGAZZI MEDIEVALI

di Francesco Manetti


Vi propongo un raccontino, il pilota di una serie di avventure per ragazzi che non è mai partita. Lo scrissi nella seconda metà degli anni '90 (a leggerlo oggi è sicuramente un po' troppo "ottimista"). Prima d'ora l'avevo pubblicato solo su un mio artigianale sito web, Comicsandpolitik, ora caduto in disuso, e nelle note della mia pagina Facebook. (F.M.)



Le avventure di Lapo e Baldo, ragazzi medievali
L'OGGETTO MISTERIOSO 

Un branco di antilopi, come tutte le notti, dorme nei pressi del grande corso d'acqua, che a tratti si allarga formando acquitrini e paludi. Un maschio adulto, agile e robusto, monta di guardia contro i predatori. D'un tratto l'animale drizza le orecchie e alza lo sguardo al cielo, con un'espressione di terrore negli occhi. Una palla di fuoco sta piombando giù dalle stelle a velocità folle. Un poderoso grido di allarme e le bestie si scuotono dal torpore per allontanarsi a grandi balzi. La sfera ardente precipita a terra con un boato scavando un cratere e sollevando un'immane nube di polvere. Poi torna il silenzio e le creature della vallata pian piano si acquietano.





Un milione di anni dopo sorge in quel luogo la ricca città di Firenze, importante tappa per le centinaia di migliaia di pellegrini che da tutta Europa si recano a Roma per celebrare il primo Giubileo. Fa già caldo in quel pomeriggio di fine marzo del 1300 quando Lapo e Baldo, due amici e figli di benestanti commercianti in stoffe, stanno attraversando il ponte di Santa Trinita per andare in Oltrarno a vedere i lavori di costruzione delle nuove mura.
"Uffa, Lapo, essere giovani in questa città sta diventando sempre più uggioso. Gli adulti non pensano ad altro che alla politica. Guelfi e ghibellini, bianchi e neri: chi ci capisce più niente?"
"Davvero! Oppure si danno da fare per organizzare il pellegrinaggio. Ora va di moda la scusa dell'indulgenza plenaria promessa dal Santissimo Padre Bonifacio a tutti quelli che vanno a visitare le chiese dei Santi Pietro e Paolo a Roma."
"Sì, bella penitenza. Il tutto si risolve in quindici giorni di mangiate e bevute nelle hostarie dell'Urbe. Noi invece dobbiamo restare qua, tutte le mattine a scuola. Oggi si legge, domani si studia l'abbaco, poi si rilegge e si ristudia l'abbaco. E tutto a memoria, sennò son bacchettate. E..."





"Baldo! Guarda là!"
"Uh... cosa?"
"Là, in riva all'Arno, dove i garzoni dei carpentieri scavano il materiale per le mura"
"Sì... e allora?"
"Non vedi qualcosa che brilla?"
"Uhm... No, non mi sembra... Aspetta... Sì! Lo vedo anch'io! Cosa sarà?"
"Non lo so. Scendiamo"
Lapo e Baldo, attratti dal misterioso luccichio, raggiungono l'argine del fiume e vanno giù. In quel momento non c'è nessuno. Gli operai sono andati a portare l'ennesimo carico di terra per il tratto di cinta muraria alle spalle di San Frediano. In fondo a una buca fangosa qualcosa fatto di metallo lancia sinistri bagliori. Aiutato da Baldo, Lapo si cala nello scavo per rimuovere lo sporco che ricopre quasi del tutto lo strano oggetto.
"Ehi, Lapo! Cos'è?"
"Non lo so. E' una sfera metallica lucentissima. Sembra argento, ma non ho mai visto niente di così liscio. E' grande come la palla di stracci che ci ha fatto tuo padre per giocare".
"Ce la fai a sollevarla?"
"Ora ci provo. Mmm... sì, non è molto pesante, poche libbre."
"Passamela, che poi ti tiro su."





Coperta la palla con un fazzoletto i ragazzi decidono di portarla dal loro maestro, Brunetto Cavalcanti, un uomo di scienza dalle larghe vedute con una delle più vaste biblioteche di tutta Firenze: cento libri, fra letteratura, filosofia, medicina, matematica, astrologia, chimica e retorica. Arrivati alla seconda casa di Via Vacchereccia, Lapo bussa a un portone di legno scuro.
"Chi è"?
"Siamo Lapo e Baldo, signor Maestro. Abbiamo da farle vedere una cosa."
"Dovreste essere a casa a ripassare l'algorismo invece che stare a zonzo", risponde una voce mentre scatta il meccanismo della serratura.
"Signor Maestro", dice Baldo, "siamo sicuri che quello che le mostreremo è più interessante di un pomeriggio passato fra i numeri".
Detto ciò Baldo svela la sfera lucente, ancora in parte coperta di fango. Il maestro la prende fra le mani e la rigira meravigliato.
"Venite a prendere una focaccia salata che intanto ripuliamo un po' quest'affare. Dove l'avete trovato?"
"Dalle parti del ponte Santa Trinita", dice Lapo, "sulla riva dell'Arno, dove estraggono la terra per le mura".
"Ah, sì. Sono più di dieci anni che vanno avanti questi benedetti lavori. Ce la faranno a finirli per il prossimo Giubileo?"
L'abitazione del maestro Cavalcanti è situata in una vecchia torre. Le scale e la cucina sono buie, ma lo studio, con le sue due finestre sempre ben pulite, è illuminato ottimamente.





"Uhm... sembra che qui ci sia scritto qualcosa... qualcosa di inciso finemente in questo splendido metallo", dice il maestro mentre spolvera via le incrostazioni terrose dall'oggetto. "Tre lettere e quattro numeri: E, S, A, 2, 0, 6, 5. C'è anche uno strano simbolo... sembra uno stendardo. Un rettangolo con un cerchio di stelle".
"Cosa può essere, signor maestro?", fa Baldo.
"Ancora non lo so. Mi ci vorrà un po' di tempo. Tornate fra qualche ora e vi saprò certamente dire di più".
Dopo esser stati a vedere i lavori per le nuove mura di Firenze, Lapo e Baldo si incamminano di passo svelto verso la casa del Cavalcanti. Sono eccitatissimi. Non stanno più nella pelle per la gran voglia che hanno di conoscere il segreto dell'oggetto misterioso. Giunti in Via Vacchereccia il maestro sta già alla finestra ad attenderli.
"Presto, ragazzi, salite!", grida ansioso.
I due amici si guardano con un'espressione fra il sorpreso e lo sconcertato: cosa può aver turbato così un uomo tutto d'un pezzo qual'è il loro maestro? Divorati dalla curiosità, fanno le scale a tre gradini per volta ed entrano trafelati in casa di Brunetto che sta ad aspettarli seduto vicino al tavolo di cucina su cui ha poggiato lo strano oggetto sferico.
"Ragazzi", dice il maestro "voi certamente sapete come viene comunemente chiamato un miracolo fatto senza invocare il nome d'Iddio..."
"Sì, stregoneria!", risponde Lapo
"Ce l'hanno ripetuto mille volte in Chiesa", aggiunse Baldo "e ci hanno detto che è peccato anche solamente parlarne. Chi si prodiga in questo genere di pratiche finisce male".
"Certo, certo", riprende il Cavalcanti "ma se a fare qualcosa di prodigioso è un oggetto come questo, si può forse parlare di magia nera?"
"Mah... non sappiamo... non crediamo... forse...", balbettano all'unisono i due giovani.
"Prima di tutto: sapete chi è Re Edoardo?", chiede il maestro.
"Certo", risponde Baldo, "è il sovrano di Anglia. Ce l'ha insegnato lei."





"Bene", fa Brunetto ", e sapete anche che la lingua parlata dai sudditi di Edoardo, l'inglese, è diversa dalla nostra che viene dal latino. Vi ho letto qualche pagina originale delle Historie di Arturio e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca del Santissimo Calice, storie che poi vi ho tradotto in fiorentino. Ora vedrete qualcosa di strabiliante e sentirete risuonare frasi pronunciate in un idioma simile a quello di Edoardo. Non abbiate paura: non vi accadrà niente. Dovete però giurare su tutto ciò che avete di più caro che non direte mai niente a nessuno di quanto osserverete qui."
"Lo giuriamo", dichiarano solenni, e un po' divertiti, i due ragazzi.
Il maestro, allora, sfiora l'oggetto nel centro del cerchio stellato e un'incredibile melodia che sembra provenire da un altro mondo si diffonde nella stanza. Poi, sopra la misteriosa scritta forgiata nel metallo, si apre uno sportellino e ne esce quello che sembra un occhio perfettamente rotondo. Ne scaturisce un raggio di luce e sospeso a mezz'aria appare un volto d'uomo. Baldo e Lapo fissano increduli l'immagine bloccati da una sensazione che sta a cavallo fra il terrore e la meraviglia. Il volto inizia a parlare in una lingua bizzarra che assomiglia, come diceva Brunetto, a quella di Edoardo, ma con una tonalità diversa. Mentre la voce continua appare un'altra immagine, una carta geografica dove si riconoscono i confini di Italia, di Hispania, di Franza, dell'Anglia e di tante regioni in parte sconosciute. Il disegno è perfetto e sembra quasi come se qualcuno, per tratteggiarlo, sia salito in cima a una torre altissima oppure sulla schiena di un'aquila (o su un manico di scopa, pensano rabbrividendo i ragazzi).





Sull'immagine appare un vessillo blu recante sopra un cerchio formato da trenta stelline gialle: identico a quello inciso sulla sfera d'argento, ma a colori. Poi la carta geografica si allarga sempre più: ora si vedono i confini d'Africa e poi tanto altro ancora finché non viene un globo ricoperto di mari e di terre che si mette a ruotare. Questo diventa sempre più piccolo e lontano. Appaiono altre nove palle che si mettono a girare attorno a un corpo fiammeggiante. Poi, anche questa immagine si allontana e prende il suo posto un vortice nero d'immane potenza. La sfera argentata vi si precipita dentro.
Si vedono ora enormi costruzioni, strade larghissime dove migliaia di persone camminano strisciando lungo ai muri per lasciar passare carri di metallo velocissimi. Il cielo è azzurro e la gente sembra felice. D'un tratto riprende la melodia iniziale, l'occhio rientra nell'oggetto e poi cala un silenzio di tomba su Lapo, Baldo e il loro insegnante.
"Beh, ragazzi, che ne pensate?"
"Oddio, oddio, oddio...", fa Lapo, senza riuscire a dire altro.
"Maestro! Cos'era quella roba? Cosa diceva la voce?", prorompe Baldo.
"Calma, ragazzi, non c'è niente da temere. Questo oggetto l'abbiamo fatto noi. Viene da Firenze!"
"Da Firenze?", chiede Lapo, che sembra aver ritrovato la parola, "Ma io non ho mai visto niente di simile! E nemmeno ne ho sentito parlare!"
"Certo", dice il maestro, "perché viene da Firenze come sarà soltanto fra 765 anni. Vedete questa cifra incisa qui? E' una data! 2065. A quanto pare i nostri successori contano ancora gli anni secondo il nostro calendario Giuliano".
"Ci sta dicendo che quella sfera viene... dal futuro?"





"Precisamente. Da quello che sono riuscito a capire dello strano dialetto anglio della voce, l'oggetto, chiamato 'sonda spaziale', è stato lanciato in cielo da una 'base' posta a nord di Firenze il 3 agosto 2065. La base apparterrebbe alla ESA che significa 'agenzia spaziale europea'. Lo scopo del lancio era quello di entrare in un 'buco nero' per scoprire cosa c'è aldilà... La voce, la melodia e le immagini sono un messaggio per eventuali 'extraterrestri'..."
"Extra... che?"
"A quanto pare la 'Terra' è il mondo su cui viviamo, ed è molto più grande di quello che crediamo oggi, a forma di palla e vagante nei cieli. Ruota, insieme ad altri 'pianeti' intorno al Sole. Nel 2065 gli uomini della Terra saranno ben 10 miliardi. Gli 'extraterrestri' sarebbero esseri viventi di civiltà non appartenenti a questo mondo, ma ad altri mondi. Tutte quelle meravigliose immagini che abbiamo visto servono a indicare agli extraterrestri, in modo semplice e comprensibile, dove viviamo noi. Quel vortice che avete visto è un buco nero. Per molti sapienti del futuro rappresenta un ponte per altri luoghi. Ci aspetta un domani fantastico, ragazzi!"
"E come ha fatto questa... 'sonda' a tornare indietro nel passato? Cioè, coloro che l'hanno costruita nasceranno fra molti secoli... eppure l'oggetto è qui davanti ai nostri occhi. Come si spiega? E per quanto tempo è rimasta sepolta in riva all'Arno? E poi..."





"Basta, basta... quante domande, figliolo! Ci sono più cose in cielo e in terra di quante possa pensarne la nostra filosofia, Lapo. Tenete: riportate quest'oggetto fantastico nella buca dove l'avete trovato e ricopritelo bene. Oggi abbiamo imparato molte cose che nessuno osa nemmeno sognare. Accontentiamoci e custodiamo nella nostra mente questo segreto. Andate. Ci vediamo domani a lezione".
I due ragazzi salutano il maestro e si dirigono con l'oggetto verso la riva dell'Arno per poterlo restituire all'oblio da cui è giunto. Non dimenticheranno mai l'esperienza vissuta e da oggi guarderanno sotto un'altra ottica il mondo in cui vivono.

FINE

Francesco Manetti

4 commenti:

  1. Molto ben scritto e ottima anche l'idea. Sarebbe bello trovare qualcosa che ci svela una parte del futuro. Domanda: anche oggi andrebbe nascosta tale scoperta? Si rischierebbe di essere tacciati di stregoneria?

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  2. Grazie, Giovanni, per l'apprezzamento!
    Aldilà di quanto emerge dal raccontino, dove l'epoca storica viene tinteggiata con colori "da cartolina", penso che, per certi versi, ci fosse più "umanesimo" nel Medioevo che ai giorni nostri. L'accusa di stregoneria è infatti più roba da Riforma, Controriforma e puritanesimo americano (1500/1600) che da età medievale mediterranea, per tanti versi illuminata, aperta e innovativa (soprattutto durante e dopo le Crociate, che permisero di ricostruire, per la prima volta dal crollo di Roma, gli scambi commerciali e di idee in tutto il mondo conosciuto). Per esempio, Dante, con la sua produzione su cui spiccava la sua "eretica" Commedia, ebbe problemi politici, non religiosi: avrebbe invece rischiato la vita se avesse operato in quei termini 300 anni dopo! Semplicemente negli anni in cui sono ambientate le Avventure di Lapo & Baldo sarebbero - secondo me - mancati i codici per comprendere il significato stesso dell'oggetto sferico rinvenuto in riva all'Arno.
    Oggi, una scoperta "fuori dal tempo" di siffatta portata, non verrebbe insabbiata (chiunque ha in tasca un cellulare capace di filmare e spedire i filmati), ma diventerebbe immediatamente disponibile in tutto il mondo, grazie alla velocità e all'onnipresenza delle nuove tecnologie della comunicazione di massa. L'era del mistero è definitivamente tramontata. Restano ancora misteriosi gli anni precedenti all'avvento del digitale. Le fasi finali della Seconda Guerra Mondiale, per esempio, sulle quali ancora oggi si basano gli assetti socio-politici globali, a causa dei segreti di Stato che proteggeranno ancora per decenni gli Archivi di Stato (soprattutto inglesi, ma anche americani, dove confluirono tonnellate di documenti provenienti dalla Germania nazista) e a causa del "giro di vite" imposto da Putin sugli Archivi russi (ex-sovietici), rimangono ancora oggi avvolte nella nebbia... più dei Faraoni, dei Maya, degli Ittiti e degli Etruschi messi insieme! E si parla di nemmeno 75 anni fa - la vita di un uomo!

    Francesco

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  3. Sarebbe interessante ipotizzare una scoperta "fuori del tempo" con mezzi che ora non riusciamo neanche a immaginare, o forse uno sì: la telepatia. Sarebbe difficile rendere pubblica una rivelazione ricevuta per questo mezzo.
    Potrebbe essere lo spunto per un racconto.
    A che tipo di misteri ti riferisci riguardo agli anni precedenti all'avvento del digitale? UFO e cose del genere? O anche misteri storici?

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  4. In un'era meno informatizzata era più facile tenere segreti... i segreti! Non mi riferisco tanto agli UFO, all'Area 51, etc., quanto a cose più terrene. La Seconda Guerra Mondiale, per esempio. Nel 1941 Rudolf Hess volò in Scozia e fu fatto prigioniero. Che documenti aveva con sé? Il fascicolo è ancora secretato in Gran Bretagna. Mi immagino le conseguenze che poteva avere un accordo di pace (se questo era l'intento di Hess) fra Germania e Regno Unito nel 1941 e quanti milioni di morti si sarebbero potuti risparmiare! Forse non ci sarebbe nemmeno stata la vergogna dell'umanità, l'Olocausto... Dai documenti sui quali oggi abbiamo accesso, grazie anche a ricercatori indipendenti, pare che Hess avesse agito da solo, senza il consenso di Hitler (che pure aveva sempre sperato in un accordo con la Gran Bretagna churchilliana, in funzione anti-bolscevica, soprattutto dopo che stracciò l'accordo Molotov-Ribbentropp). Ma chissà se è vero... Nel 1945/46, fra sovietici e americani fecero a gara - a Berlino - a chi più imboscava documenti di Stato dai vari ministeri e dalla Cancelleria del Reich... E poi i tedeschi stessi ne avevano bruciati a quintali nell'aprile del 1945, quando videro che tutto stava crollando intorno a loro. Oppure il mistero dell'attacco a Pearl Harbour, spacciato come un assalto a sorpresa, quando esistevano intercettazioni che provavano che qualcosa di grosso stava per accadere alle Hawaii: era solo un pretesto per entrare in guerra? E come mai la Gran Bretagna, che era un'enorme potenza coloniale, dovette nell'immediato dopoguerra rinunciare al suo Impero? C'è chi sostiene che dovette cedere al ricatto degli USA, che non volevano potenze coloniali in un mondo che si apprestavano a dominare commercialmente: se gli USA non fossero intervenuti in Europa, aprendo un fronte sud in Italia e un fronte ovest in Francia e Belgio, la Germania poteva concentrarsi sul fronte est, continuando a martellare Stalin, e a nord (grazie anche alla piattaforma norvegese) contro il Regno Unito. Praticamente la Gran Bretagna si salvò ma dovette cedere quasi tutto il bottino che aveva accumulato nei secoli!
    Se una scoperta "fuori dal tempo" fosse fatta da una persona comune, il mondo lo saprebbe nel giro di pochi minuti. Se la stessa scoperta viene fatta da apparati statali - esercito, intelligence, etc. - allora le notizie hanno molte meno possibilità di essere diffuse, anche in questa era digitale. Prendiamo per esempio la (presunta) eliminazione di Osama: ci dobbiamo fidare delle parole di Obama! E basta!
    Per quanto riguarda la telepatia, temo che rimanga nell'ambito della fantascienza per qualche altro tempo, anche se stanno studiando il sistema di decodificare istruzioni semplici "pensate" dal cervello, grazie a sosisticatissimi apparecchi per la lettura EEG e a software che trasformano queste attività elettriche in comandi (per esempio, per muovere una carrozzina da tetraplegici).

    Francesco

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Francesco Manetti