sabato 12 gennaio 2013

ELECTION DAY!

Ho sempre fatto il mio dovere di elettore... Beh... quasi sempre! Qualche referendum l'ho saltato, ma alle politiche, alle amministrative e alle europee mi sono sempre presentato, dal 1984 in poi.

Però... mai come questa volta ho avuto così tanta poca voglia di andare a votare!

E forse non ci andrò...

Infatti, non riesco a capirci nulla: PDL e PD hanno sostenuto Monti fino all'ultimo, galleggiando come sulla zattera della Medusa sul mare di lacrime che era diventata l'Italia.





Oggi PDL e PD sono contro Monti.

Renzi sembrava una grande novità in seno alla sinistra, ma poi, a pranzo con Bersani si è scolato la sua bella dose di vino e grappa, è uscito con una pancia più grossa di quella di Belen ed è rientrato nei ranghi.

O meglio: dai ranghi non era mai uscito. Era tutto un gioco delle parti.

La LEGA ha sempre combattuto Monti, ma oggi si allea con il PDL che lo ha appoggiato fino a ieri.

Monti ha creato l'IMU (una sorta di ICI maggiorenne), ha aumentato le tasse sul reddito, ha parlato fino a due ore fa di aumento dell'IVA a luglio.




Oggi sta tentando di rifare una specie di DC (con tanto di correnti interne di destra e di sinistra: se ne sentiva proprio la mancanza) e dice che l'IMU verrà ridotta, che le tasse verranno abbassate e che l'IVA non verrà alzata.

Grillo continua nel suo antico mestiere, quello del comico.

Ingroia, Di Pietro e gli altri magistrati sognano di riportare in auge l'era della ghigliottina, del Terrore e dei giacobini. Contenti loro...

Gli altri raccatteranno i resti.

Questa è l'Italia.





Il mio voto - se ci sarà - andrà a chi prometterà semplicemente di ridurre la burocrazia, di mandare a casa i tanti stipendi e le tante pensioni fasulle, e di azzerare quasi del tutto i livelli di rappresentanza (ne abbiamo fino a 6: Stato, Regioni, Province, Comunità Montane, Comuni e Quartieri); andrà a chi prometterà di difendere e promuovere le nostre tradizioni, la nostra cultura, il nostro territorio - anche con le maniere forti.

Tutto qui.

Francesco Manetti

giovedì 10 gennaio 2013

FINE ANNO NEL TIGULLIO

di Francesco Manetti

Mio suocero è originario di Lavagna, uno straordinario paese del Tigullio, incastrato fra Sestri Levante e Chiavari: la famiglia di mia moglie ha ancora un punto d'appoggio da quelle parti - a Casarza Ligure - e così, da un bel po' di tempo, mi capita di andare almeno due volte all'anno in Riviera, a godermi uno dei posti più ameni d'Italia. Rapallo è una delle cittadine che visito più volentieri: i caruggi interni, i portici, il forte sul mare... Ed è un paese a forti tinte fumettistiche: è la patria di Carlo Chendi, uno dei più grandi sceneggiatori dei Disney Italiani. E a Rapallo c'è il ristorante U Giancu, da sempre ritrovo di fumettari, gestito da un simpatico collezionista ed esperto della narrativa per immagini. Non incontro Chendi da tanto tempo... Negli anni Novanta mi è capitato spesso (a Roma, a Lucca...) di trovarmi al suo stesso tavolo, a chiacchierare di fumetti e di altro. Una volta, a Roma, al nostro tavolo c'era anche Don Rosa (uno dei massimi autori Disney), che si era portato dal suo Kentucky una bottiglia di prezioso whiskey. Ce la scolammo tutta a fine pasto e a Chendi andò il tappo a forma d'aquila!

Carlo Chendi

Chez U Giancu!

Qualche anno fa, quando mi ero praticamente ritirato dal comicdom, stavo girando per Rapallo alla disperata ricerca di un parcheggio, quando, a un incrocio, rischiai di investire un signore! Era Carlo Chendi! Brividi...

Ho passato la fine dell'anno 2012 in Liguria: ecco alcuni scatti rapallesi, tutti astratti meno uno, quello con mio figlio Riccardo sul cannone:










Francesco Manetti

domenica 23 dicembre 2012

UNA SERENA FESTIVITA'...

Il 22 dicembre del 2012, intorno a mezzodì, siamo finalmente entrati nell'inverno, esattamente il giorno dopo la fine del mondo! "La logica, perdio, la logica. E dunque: com’è possibile che un popolo estinto del Sudamerica, che mentre noi edificavamo chiese romaniche magnifiche non riusciva a costruire piramidi coi lati lisci, possa azzeccare la data della fine del mondo?" Così scriveva il 22 Stefano Cecchi, caustico editorialista del quotidiano fiorentino La Nazione, una volta appurato che il globo stava ancora al suo posto, come avviene ormai da cinque miliardi di anni. E la tradizione ha collocato il giorno della nascita del Cristo nel periodo della rinascita del Sole, quando le giornate ricominciano ad allungarsi.


Il sole rinasce in inverno.



In questi anni di relativismo culturale (oggi sembra quasi un'eresia ricordare, come faceva tra il serio e il faceto il giornalista Cecchi, che i Maya erigevano piramidi, molto più rudimentali rispetto a quelle di Giza, non 7000 o 10000 anni fa, ma nel Medioevo) mi pareva doveroso augurarvi un Buon Natale e un sereno 2013 con immagini del Presepe, la bellissima invenzione di Francesco d'Assisi, diorama sfrattato come un appestato da tantissime scuole pubbliche in nome della correttezza politica d'impronta statunitense (il solito nostro servilismo nei confronti di Washington), per il timore di offendere chissà chi...


Il primo Presepe, nell'interpretazione di Giotto.


Il presepe della Cappella Palatina a Palermo.


Un presepe napoletano.

sabato 15 dicembre 2012

SLOT

di Francesco Manetti

Parliamo ora in due parole delle slot machine, le macchinette volgarmente dette "mangiasoldi" sulle quali si stanno da anni accanendo un po' tutti: stampa, Chiesa, scuola, etc. Lo Stato un po' meno...


Antiche slot machine americane. Notare la terza: è come fare a braccio-di-ferro con Chuck Norris!



Nascoste negli anfratti dei bar, spesso nel retrobottega, fra casse di birre e porte dei cessi, sono frequentatissime da giocatori compulsivi che non si stancano mai di masturbarne l'attributo.
Giocando paradossalmente 30.000 partite di fila da un Euro ciascuna, tale giocatore avrà la probabilità di tornare a casa con 22.500 Euro.
Il segreto per non svenarsi, se proprio si preferisce investire in tal maniera il proprio valsente (personalmente mi ricordo di aver giocato una volta 5 franchi 20 anni fa a Montecarlo e un'altra volta mezzo dollaro 25 anni fa a Las Vegas), è di bruciare un Euro ogni tanto (magari quando capita di andare a prendere un caffè), affidandosi esclusivamente al caso.
Se invece pensate di continuare a giocare finché non avete fatto almeno pari, occorre sapere - come accennavo sopra - che tali marchingegni sono tarati, ope legis, per una percentuale di rimborso del 75% su cicli di 28mila/30mila partite.


Slot machine illegali sequestrate dai Carabinieri.



Un bel caso edificante è quello raccontato di recente dall'Unione Sarda del 21 ottobre 2012:

Gioca alle slot machine il sussidio di indigenza assegnato dal Comune, ma perde e minaccia di suicidarsi. La polizia è dovuta intervenire venerdì sera in un quartiere di Cagliari, a Is Mirrionis, per calmare una donna di 62 anni che minacciava di suicidarsi. Secondo quando accertato dagli agenti della squadra Volante in mattinata avrebbe incassato il sussidio di 350 euro datole dal Comune di Cagliari perché indigente. Ma poco dopo è entrata in una rivendita di tabacchi, iniziando a giocare alle slot machine. In poco tempo avrebbe sperperato tutto il denaro senza ottenere alcuna vincita. Persa anche l'ultima moneta da due euro, la donna ha dapprima iniziato a discutere con il titolare della tabaccheria, incolpandolo della mancata vincita, poi ha minacciato di togliersi la vita, tagliandosi le vene se non avesse ottenuto la restituzione dei 350 euro. "Gioco dalla mattina e non è possibile che la macchinetta non mi abbia dato nessuna vincita", ha urlato la donna. Il titolare della tabaccheria ha subito chiamato il 113 nel negozio sono arrivati gli agenti che sono riusciti a calmare la donna la quale ha detto loro anche di essere libera di utilizzare il denaro come voleva lei.


Francesco Manetti

martedì 11 dicembre 2012

500 VOLTE GRAZIE!

Brevissimo post per ringraziarvi tutti: l'11 dicembre 2012 Ultimo Istante ha raggiunto 500 contatti, in poco più di due settimane di vita!

Francesco Manetti

domenica 9 dicembre 2012

CHIOCCIOLE IN UMIDO... CON VARIANTE!

di Francesco Manetti


Come anticipato nella rubrica Bersagli, fra le mie passioni c'è anche quella della cucina.

Eccovi dunque una bella ricetta fiorentina (con una variante propria della costa toscana) per cucinare le chiocciole.

Innanziutto occore intendersi. Esattamente come la ventesima lettera dell'alfabeto, la "v", in italiano si chiama "vu" e non "vi" come in Ammeriga, quei commestibili molluschi di terra col guscio si chiamano chiocciole e non lumache, essendo quest'ultime senza guscio, schifose e nere e non edibili! Del resto la "scala a chiocciola" non si chiama "scala a lumaca"... anche perché per salire ci vorrebbe troppo tempo!

Come in molte altre regioni europee (pensiamo alla Francia e alle sue squisite e farcite escargotes), anche in Toscana esiste una lunga tradizione culinaria per le chiocciole. Ce ne sono di due tipi principali: le marinelle (eubania vermiculata, piccole, chiare striate di nero) e i martinacci (cornu aspersum, grandi, di color biege/verde/marrone, talvolta con striature più scure).
Oggi vi parlo di una ricetta per le chiocciole in umido: 1 kg di molluschi per 2 persone (piatto unico) o 4 persone (precedute da primo o antipasto). Le foto le ho scattate personalmente durante la preparazione - a parte le ultime due.


INGREDIENTI (per 2/4 persone)

1 kg di chiocciole (marinelle o martinacci)
olio extra vergine di oliva italiano
battuto di "odori" (sedano, carota, cipolla)
nepitella o timo (anche erbe essiccate)
un barattolo di pomodori pelati (o di polpa di pomodoro)
sale e pepe (o peperoncino)

Aggiunte facoltative
un bicchiere di vino rosso
una tazza di brodo vegetale (anche di dado)
fette di filone abbrustolite, volendo agliate


1) I martinacci (più facili a reperire rispetto alle marinelle) si trovano anche nei migliori supermercati, al banco del pesce; si tratta di molluschi d'allevamento, già puliti, messi in letargo a basse temperature. Portati a casa si conservano in frigo fino alla data di scadenza. Se avete la fortuna di riuscire a raccogliere le chiocciole nei prati e sui ciglioni, prima di cucinarle vanno "spurgate", ovvero occorre far loro svuotare l'intestino il più possibile: 3/4 giorni a dieta stretta di erbe aromatiche e insalata e altri 3/4 giorni a digiuno su crusca.

Ecco come si presentano le chiocciole comprate al supermercato, appena tolte da frigo. Con il "tappo" del letargo, in animazione sospesa.


2) Se avete comprato le chiocciole al supermercato - quelle in letargo, chiuse dall'opercolo, un "tappo naturale" che producono per ripararsi dai rigori invernali - hanno l'intestino già libero: sono già "spurgate". Per accertarsi che siano tutte vive (anche una sola morta potrebbe rovinare il piatto, dando un saporaccio terribile alla pietanza) vanno immerse in acqua molto calda (non bollente): usciranno dal letargo e si metteranno "a correre"!


Quando le chiocciole sentono l'acqua calda cominciano a uscire dal guscio...


...e si mettono "a correre" sull'acquaio!


3) Dopo essersi resi conto che siano tutte vive occorre ripulirle ulteriormente, sottoponendole a numerosi bagni in acqua e aceto, in modo che si liberino di tutta la bava e degli ultimi residui di escrementi.


Ora siamo sicuri: le nostre chiocciole sono tutte vive e in ottima salute!


Occorre dunque lavarle ripetutamente in acqua e aceto, in modo da far loro eliminare gli ultimi residui di bava e di escrementi.


4) Mentre le chiocciole stanno in ammollo per finire di ripulirsi, preparate un bel battuto di "odori", ovvero di cipolla, carota e sedano. E aggiungete della nepitella o - in mancanza di questa - del timo. Vanno bene anche erbe essiccate.


Il battuto di "odori": cipolla, carota e sedano.


Timo essiccato: meglio sarebbe la nepitella...



5) Il battuto di "odori" con nepitella (o timo) va fatto imbiondire in un tegame. Io preferisco usare il coccio, ma va benissimo anche l'acciaio. Evitate come la peste le cosiddette pentole "antiaderenti", quanto di più insalubre nel settore stoviglie possa esistere in cucina! L'ottimo alluminio (che conferisce digeribilità agli alimenti), in questo caso, non va bene, perché dopo ci va messo il pomodoro, alimento con una sua elevata acidità, capace di intaccare quel metallo.


Il battuto di "odori" con la nepitella (o il timo) imbiondisce nel coccio.

6) Dopo che il battutto è imbiondito si aggiunge una lattina di pomodori pelati (o di polpa di pomodoro), il sale e il pepe, oppure - come io preferisco - il peperoncino. Il tutto va cotto per una ventina di minuti.


Un barattolo di pelati, senza sgocciolarli.

Sale e peperoncino.

7) Dopo venti minuti si aggiungono le chiocciole, belle sgrondate. Dovranno cuocere a fuoco lentissimo per due ore, due ore e un quarto!


Ecco come si presenta il sugo dopo venti minuti di cottura.


Si aggiungono le chiocciole, si abbassa il fuoco e...


...dopo due ore, due ore e un quarto, sono pronte!

8) Le chiocciole si mangiano estraendole dal guscio con le apposite forchettine a due rebbi, oppure con un semplice stuzzicadenti di legno. La parte finale del mollusco è l'intestino: è più scuro e ha una consistenza cerosa... Può essere tranquillamente mangiato: io preferisco di no e lo taglio via nel piatto.

9) Le chiocciole si accompagnano con un vino rosso corposo. O al limite con una birra (almeno 5°), se proprio non vi piace il vino...

9bis) Chi non può o non vuole bere alcolici è pregato di rimpinzarsi d'acqua prima e/o dopo il pasto, per evitare di affogare le povere chiocciole... Chi invece (orrore!) fosse abituato a pasteggiare a casa con quelle bevande dell'8 settembre - composte di acqua di cannella, anidride carbonica, caramello, coloranti e aromi di dubbia provenienza - è pregato di andare al fast food senza passare dal Via!

Fin qui la classica ricetta delle chiocciole in umido alla fiorentina.


E ora una squisita variante della costa maremmana.

10) Aggiungere un po' alla volta durante la cottura un bicchiere di vino rosso (lo stesso che poi berrete) e una tazza di brodo vegetale. Il sugo diventa così più liquido e le chiocciole, una volta cotte, possono essere adagiate nel piatto su due fette di filone toscano abbrustolite e - volendo - strofinate d'aglio (come se si preparasse la base di una fettunta).

Una variante: un bicchiere di vino rosso,...


...una tazza di brodo vegetale (va bene anche di dado) e...


...qualche fetta di filone toscano abbrustolita (e agliata) nel piatto (foto non mia)!


10bis) Il filone toscano è rigorosamente senza sale, proprio perchè il pane deve accompagnarsi a tutti i sapori - anche a quelli zuccherini! In Toscana il pane con il sale si chiama schiacciata o covaccino e ha altre forme, altro sapore e altri usi. Nel diciassettesimo canto del Paradiso il Divin Poeta ricordava, seppur in metafora, con una punta di amarezza e ironia, come sa di sale lo pane altrui. Il pane salato, con le ricette toscane, c'entra quanto il cavolo a meranda: è come se uno pretendesse di farsi portare in una trattoria di Firenze una fiorentina ben cotta, e magari tagliata sottile... Cioè una braciola! Il pane salato, fuori dalla Toscana, è invece un altro degli straordinari alimenti mediterranei.

11) Come contorno va bene qualsiasi verdura, cruda o cotta. Io le ho accompagnate con radicchio misto di campo (condito olio, sale e limone) appena comPrato a un mercatino biologico da un signore che assomiglia tantissimo allo Sparagna di Frigidaire!


Radicchio misto di campo (foto non mia).

Vi leccherete baffi e controbaffi!

Francesco Manetti

sabato 8 dicembre 2012

KAREL THOLE, JIM STERANKO & JOHN BUSCEMA: UN BREVISSIMO RICORDO!

di Francesco Manetti


Il post precedente, dedicato al mio fumetto La Sentinella, tratto da un racconto di Brown pubblicato da Mondadori in un volume con copertina di Thole, mi ha fatto tornare in mente dei bei ricordi...
Negli anni in cui - con gli amici del gruppo di Collezionare, Dime Press e Mondi Paralleli - collaboravo con Metamedia - l'associazione culturale, facente capo a Stefano Bartolomei, che curava il salone del fumetto di Prato - ebbi la fortuna di allestire mostre di grandi autori internazionali. Me ne ricordo tre, in particolare...



Jim Steranko, qui nella veste di giovane escapista!



Un anno, credo fosse il 1992, organizzammo due esposizioni gemelle dedicate a due grandi disegnatori della Marvel, ovvero Jim Steranko e John Buscema (senior). Fu un'emozione avere tra le mani le opere originali di quei mostri sacri; soprattutto Steranko, un vero e proprio pittore surrealista. Siccome ero quello che masticava qualche parolina d'inglese in più, fui incaricato di portare Steranko e Buscema (con le rispettive consorti) a passeggio per Firenze. Indimenticabile! I due erano davvero spassosi e simpaticissimi. Mi ricordo che Buscema adorava ogni angolo della città gigliata, soffermandosi anche davanti a un muro scrostato: per lui era il segno inequivocabile del passaggio della Storia, sensazione che gli mancava nei giovanissimi USA.



John Buscema



E poi ci fu il momento di Karel Thole, l'immortale copertinista dei Gialli Mondadori e di Urania: un mito per ogni appassionato di fantascienza in Italia! Vedere dal vivo i suoi fantasmagorici lavori - già allora quotatissimi - che mi avevano emozionato fin dalle Elementari, e sentire raccontare di come molti elaborati si salvarono per sola fortuna dal macero delle cartiere fu commovente ed entusiasmante. Si era a metà degli anni Novanta e Thole, che aveva dei seri problemi alla vista, usava per guardare da vicino una specie di avveniristico cannocchiale, tutto smontabile! Fantastico, l'uomo, anche nei minimalia! La mostra era sita nel Palazzo della Provincia a Prato (provincia neonata e oggi morente, speriamo) e Karel Thole, a un certo punto, ci invitò tutti a bere un aperitivo al bar all'angolo, nella Piazza del Comune. Al bar con Karel Thole! Esterefatta la mia compagna Laura (che sarebbe divenuta mia moglie), cresciuta con i gialli di Agatha Christie nelle edizioni popolari degli Oscar, con le cover tholiane, e ammiratrice del figlio di Karel, Ernest Thole, attore televisivo prematuramente scomparso.


Karel Thole, in un'immagine presa dal sito a lui dedicato.


Una carrellata di alcuni evocativi "tondi" di Urania dipinti da Karel Thole, il più grande copertinista della Mondadori e uno dei maggiori del dopoguerra.



Gran bei ricordi!


Francesco Manetti

LA SENTINELLA DI BROWN, INTERPRETATA DA MAY & MANETTI!

Verso la fine degli anni Novanta tenni a Carmignano un corso di storia e sceneggiatura del fumetto. Parteciparono pochi ragazzi... pochi ma entusiasti! Una delle "alunne", in arte May Himura, disegnò una bellissima tavola autoconclusiva basata su un mio testo, una riduzione di un celebre racconto di Fredric Brown, uno dei massimi autori di fantascienza della golden age, specializzato in storie brevi. Anche se Ultimo Istante non è un blog "fumettistico" credo che questo aggancio alla letteratura di genere non sia del tutto fuori luogo... (f. m.)


Cosmolinea B-2, pubblicato nel 1983 da Mondadori. L'antologia browniana ospita il racconto La sentinella, protagonista anche della copertina di Karel Thole (straordinario illustratore, di cui vi parlerò in un prossimo post).


Fredric Brown

giovedì 6 dicembre 2012

CLASSICA (1a parte) - L'OPERA (1a parte)

Come dichiarato nella mia pagina d'intenti, uno degli scopi di Ultimo Istante è quello di parlare del bello. E la musica classica è una delle sue massime espressioni!
Eccovi due, immortali brani operistici superbamente interpretati, per questo primo post dedicato al grande ascolto. Prima del video ho messo una brevissima descrizione e/o commento.


Richard Wagner
Der Ring des Nibelungen: Das Rheingold (Vorspiel)
Orchestra della RAI, 1953 - Dirige Wilhelm Furtwangler

Forse la più grande bacchetta del XX secolo alle prese con l'overture del primo affresco della tetralogia wagneriana dedicata all'Anello dei Nibelunghi, L'Oro del Reno. Furtwangler dirige l'Orchestra della RAI in un memorabile registrazione del 1953. Per maggiori informazioni consultare la recente opera del critico musicale, politologo e simpatico polemista Buscaroli, Dalla parte dei vinti. Interessante anche questo ricordo sul sito dedicato al grande direttore.







Furtwangler con la Wiener Philarmoniker

Furtwangler con l'Orchestra della RAI



Richard Wagner



Béla Bartòk
A kékszakállú herceg vára (scena d'apertura)
London Philarmonic Orchestra - Dirige Sir Georg Solti

Un grandissimo direttore d'orchestra ungherese (poi cittadino britannico) per uno dei più noti autori dell'est europeo, l'ungherese Bartòk. Il castello del Duca Barbablù è un'opera di lettura e ascolto più difficile rispetto ai classici della nostra musica (Verdi, Puccini...). Siamo nel '900: la tonalità diventa più rarefatta. La lingua in cui è cantata - il magiaro - complica ulteriormente le cose...





Béla Bartòk

Sir Georg Solti

Francesco Manetti

LA STATUA DI MARTE: UNA NUOVA AVVENTURA DI LAPO & BALDO, RAGAZZI MEDIEVALI

di Francesco Manetti

Dopo la prima avventura di Lapo & Baldo, ragazzini della Firenze medievale, eccovi la seconda, anche questa scritta verso la metà degli anni Novanta per un'ipotetica serie di libretti illustrati per bambini... serie, ça va sans dire, mai partita! (F. M.)
 

Le avventure di Lapo e Baldo, ragazzi medievali - 2a parte
LA STATUA DI MARTE

Ai primi del '300 l'imboccatura del Ponte Vecchio a Firenze era sorvegliata da una statua romana che raffigurava il dio della guerra Marte. E' proprio di lì che si trovano a passare un pomeriggio di una giornata nuvolosa Lapo e Baldo, amici per la pelle.





"Dì, Lapo, non ti resta antipatico quel brutto muso?" 
"Come no! Alcuni sono sicuri che porti sfortuna... lo sostiene anche Dante, il poeta. Lui afferma che la statua ha influssi nefasti su Firenze. Si sa che nella mala Pasqua del 1216 Buondelmonte fu ammazzato ai suoi piedi: è da allora che le due fazioni, i Guelfi e i Ghibellini, sono venute ai ferri corti." 
"Maledetta statua, ti odio!", dice Baldo sferrando un possente calcio alla scultura.
Immediatamente si mette in moto un meccanismo e il basamento si apre. "Cavolo! L'hai rovinata! Scappiamo, altrimenti ci mettono dentro!" 
"Calma, Lapo. Non hai sentito quel rumore? La lastra del piedistallo si è spostata da sola. Il basamento è cavo e dentro c'è qualcosa...", ed estrae un piccolo scrigno che contiene due ampolline, una blu e una rossa, e un rotolo di carta pergamena legato con una cordicella. Baldo lo apre e legge. 
"Guai a coloro che richiameranno il berserker che nel corpo del feroce Attila fu distruttore di Firenze. Per colui che stroncava le vite la sostanza di morte nel vetro rosso sarà fonte di vita; per colui così lontano dalla purezza la sostanza di vita nel vetro blu sarà causa di morte. Io, Guidobrando negromante, nell'anno del Signore 1025 ne racchiusi lo spirito in questa pietra dall'Unno precipitata in Arno e dall'Imperatore Carlo Magno ritrovata. Che diavolo significa?"




 
"Fammi vedere!" 
"Ehi! Stai attento! Mi fai cadere tutto..." 
La scatola e la pergamena scivolano via dalle mani di Baldo andando a sbattere sul basamento della statua. L'ampolla rossa si spacca e una brodaglia verde va a bagnare i piedi di Marte. 
"Accidenti, Lapo! Guarda che pasticcio: il liquido ha inzuppato la carta, sciogliendola. Era la prova che Attila aveva distrutto davvero Firenze e..." 
Un terribile urlo fa trasalire i due giovani. 
"UUUAAARRRRGH! CHI OSA DISTURBARE IL SONNO DEL BERSERKER?" 
La statua di Marte ha preso vita! Il volto del mostro ha assunto un'espressione demoniaca, carica di follia e di violenza. 
"SIETE STATI VOI MINUSCOLI MORTALI A RICHIAMARE IL BERSERKER? RISPONDETE, SE VI E' CARA LA VITA!" 
"Andiamo", fa Lapo, scotendo l'amico paralizzato dal terrore.
I due raccolgono la scatola e l'ampolla blu e scappano verso Via Por Santa Maria.





"FERMATEVI, DANNATI, O VI ANNIENTO!", grida l'incredibile statua vivente scendendo dal basamento.
Intanto, attirati dal clamore, si erano fatti vivi tre poliziotti del Bargello, armati di picche e di spade. 
"Non muovere un altro passo, mostro sputato dall'Inferno. In nome del podestà ti dichiaro in arresto", recita uno dei bargellini. 
Ma l'essere non sembra temerli: due vengono scaraventati contro un muro e l'altro va a finire in Arno. Dopo che si è liberato di quelli che per lui erano solo fastidiosi moscerini, il simulacro di Marte si incammina verso il centro della città, all'inseguimento dei ragazzi. Il suo passo è lento ma inesorabile; la gente fugge urlando appena lo vede; qualcuno sviene. Il mostro non ha pietà: schiaccia e calpesta chiunque trovi sulla sua strada. Il cielo si fa sempre più scuro; le nuvole nere cariche di pioggia e i fulmini disegnano un inquietante gioco di luci e di ombre sulla tremenda faccia di pietra.





Lapo e Baldo si sono rifugiati in un vicolo a riflettere sull'accaduto. 
"A quanto pare quel mago, Guidobrando, è riuscito a imprigionare nella statua di Marte, ripescata dal fiume da Carlo Magno, uno spirito malvagio che aveva impossessato anche Attila. Il liquido dell'ampolla rossa, forse un veleno, ha risvegliato questo demonio che ora semina il terrore per le vie di Firenze. La pergamena diceva che la sostanza nella bottiglietta blu l'avrebbe ucciso. Così.." 
"Così... non resta che lanciargliela addosso!", conclude Baldo. 
"UUUUAARRRRGH! VENITE FUORI, VERMI!" 
"Ci siamo... Fai tu, Baldo. Non sbagliare mira o siamo perduti!" 
I giovani escono allo scoperto, a pochi passi dall'essere. 
"E' GIUNTA LA VOSTRA ORA, MALEDETTI!", grida il demonio. 
"Vai, Baldo!" 
La bottiglietta compie una parabola in aria diretta verso la testa della scultura, ma il mostro, all'ultimo istante, riesce a schivarla. 
"AH AH AH! STAVOLTA LA MAGIA DI GUIDOBRANDO NON HA FUNZIONATO, MOCCIOSI! E SARETE VOI A PAGARNE LE CONSEGUENZE!"





I ragazzi non hanno scampo: con le spalle al muro attendono la loro fine. "E comincia anche a piovere!", commenta Lapo con amara ironia. 
Come d'incanto la creatura si irrigidisce lanciando sinistri scricchiolii. La sua pelle di pietra si ricopre di screpolature. Poi l'effigie di Marte torna quella di prima, com'era stata da sempre.
Altri bargellini hanno intanto raggiunto Lapo e Baldo. 
"Tutto bene, ragazzi?" 
"Sì, ma c'è mancato davvero poco" 
Mentre le guardie sollevano la statua per riportarla all'antico basamento i due amici si avviano verso casa passando dai Lungarni. 
"Che ne dici, Lapo?" 
"Penso che sia stato merito dell'acqua. Ricordi la pergamena? Per colui così lontano dalla purezza la sostanza di vita nel vetro blu sarà causa di morte, e cosa c'è di più puro e vitale dell'acqua? La pioggia lo ha fatto tornare nell'oblio. Speriamo per l'eternità". 
"E dello scrigno che ne facciamo?" 
"Dallo a me!"
E lo getta nel fiume.

FINE
 



Addenda

Ecco quanto c'è di vero nella storia di Lapo e Baldo: la statua posta all'imboccatura del Ponte Vecchio fu travolta dalla piena del 1333 (forse non era di Marte ma di un re Goto); Dante, che fu priore della città, credeva che portasse sfortuna; Buondelmonte dei Buondelmonti fu ucciso da Oddo Arrighi fra il Ponte Vecchio e Por Santa Maria; il fatto della distruzione di Firenze da parte di Attila (così come della ricostruzione per opera di Carlo Magno) è una leggenda; i bargellini erano i "poliziotti" della città e la loro "centrale" era il Palazzo del Bargello, sede del Podestà. Il resto è tutta fantasia!
Un'ultima curiosità: il berserker, nella mitologia nordica, è un guerriero impossessato da uno spirito malvagio e distruttore.

Francesco Manetti